Secondo un reporto pubblicato di recente dall’Università delle Nazioni Unite, nel corso del 2015, le nazioni dell’Asia sudorientale hanno conosciuto un vero e proprio boom dei rifiuti elettronici, con il risultato che a distanza di un lustro, gli stessi sono incrementati di oltre il 66 percento, arrivano a toccare una quantità totale di ben 12 milioni di tonnellate.
Le nazioni interessate da questo fenomeno sono Cambogia, Indonesia, Giappone, Malesia, Filippine, Singapore, Corea del Sud, Taiwan, Thailandia, Vietnam e la regione speciale di Hong Kong e, le stesse, hanno generato un volume di rifiuti elettronici che, nel complesso, arriva a superare di due volte e mezzo quello della piramide di Cheope.
Dal punto di vista statistico, se si considera unicamente la Cina, ci si accorge come la stessa abbia raddoppiato la produzione di rifiuti elettronici, toccando i 6.7 milioni di tonnellate.
Alla base di questo fenomeno, secondo la ricerca, ci sarebbero da una parte la maggior disponibilità di nuovi device (tra cui tablet, smartphone e smartwatch), l’incremento del numero di consumatori, la vita utile troppo breve di questi apparecchi e, infine, anche l’import di device elettronici ed elettrici usati.
Da notare come, secondo l’ONU, il trend di crescita della spazzatura elettronica superi addirittura quello di incremento della popolazione asiatica…