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Assinform: informatica solo sfiorata dalla ripresa

Redazione | 14 Settembre 2010

La ripresa economica in corso in Italia e nel resto d’Europa ha solo debolmente sfiorato l’informatica italiana che continua a […]

assinform pc 1h2010
La ripresa economica in corso in Italia e nel resto d’Europa ha solo debolmente sfiorato l’informatica italiana che continua a soffrire della totale assenza di una politica per l’innovazione. Il primo semestre dell’anno ha visto un recupero in termini di domanda d’informatizzazione da parte delle imprese, con particolare riguardo al segmento dei PC e server, (+10,3): in questo periodo ha commentato Paolo Angelucci, presidente Assinform, introducendo gli aggiornamenti relativi all’andamento di mercato nel primo semestre, sono stati immessi più di 400.000 desktop tra Pc e server, di cui 250.000 sono andati alle imprese. Un aumento consistente anche rispetto al 2008 e non solo rispetto all’annus horribilis del 2009. Le imprese, almeno le grandi e le medie, hanno ripreso gli investimenti, ma c’è ancora un buon 40% che è ferma alla fase di riduzione di costi e blocco degli investimenti.
Questa ripresa, se pur debole, dell’informatizzazione, va però sostenuta secondo il presidente Assinform, da una maggiore stabilità  sia nei provvedimenti di politica industriale, come gli incentivi e i crediti d’imposta o l’accesso ai finanziamenti bancari per le imprese che investono in ICT, sia favorendo le fusioni e acquisizioni aziendali come leva di potenziamento del made in Italy. In questo senso vanno modificati ad esempio, ha detto Angelucci, i tempi di ammortamento fiscali e non, che le imprese devono sostenere in caso di fusioni e acquisizioni. Lo stesso vale per l’IRAP, (Imposta Regionale sulle Attività  Produttive) di cui Assinform chiede una riduzione sottolineando come tale tassa penalizzi soprattutto le regioni che potrebbero far crescere l’occupazione dei giovani nelle imprese.
Infine basta con la logica del “massimo ribasso”che impera nelle gare, i servizi informatici non possono essere svenduti, soprattutto in un settore quale quello informatico, dove l’utilizzo di risorse professionale qualificate è molto elevato: l’ICT rappresenta il quarto settore industriale e quello con la maggior percentuale di capitale umano (26%) e di laureati (30%).
Venendo ai numeri, a fine giugno 2010, l’informatica segnava un -2,5%: sono sei punti in percentuale in più rispetto al rovinoso dato del primo semestre 2009: -9%.
Come detto il mercato PC, desktop e server ha registrato un aumento complessivo del 12,9%, con un andamento molto positivo per i server (+12,3%) per i desktop (+13,4%) e i portatili (+12,7%). Continuano a crescere anche le vendite dei netbook che rappresentano il 35% nel segmento portatili. Per quanto riguarda le Tlc, c’è un calo del 4% in quelle fisse e un leggera flessione (-0.9%9 in quelle mobili. Quest’ultima è dovuta secondo Capitani, alle continue offerte al ribasso nelle tariffe che fanno sì che il valore del mercato non rispecchi il consumo effettivo di Tlc che viene fatto nel nostro paese. Inoltre, mentre diminuiscono drasticamente i minuti del traffico voce consumati su rete fissa (in calo da 150 milioni a 102 milioni) non cessa di aumentare il traffico voce sul mobile: nel 2009 i minuti erano saliti a 114 miliardi contro i 104 del 2008. E la diffusione dell’Internet mobile ha fatto crescere del 6,6% anche il segmento dei relativi servizi a valore aggiunto. Complessivamente a giugno 2010 si contavano 96 milioni di linee mobili attive e 47 milioni di utenti.
Per quanto riguarda la banda larga se pur c’è stata una crescita del 7,3% nel numero degli accessi rispetto al primo semestre 2009, essa non ha modificato il tasso di penetrazione di Internet nel nostro paese, che è fermo al 39% contro il 65% e 69 % di Francia e Uk e l’80% della Svezia.

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La previsione di Assinform per la fine del 2010 è che l’It si attesti a un -2,7% con uno scenario di generale ripresa dei consumi e dell’export che l’OECD (l’Organizzazione per lo Sviluppo Economico e la Cooperazione) stima pari a un + 1,1%, principalmente basata sull’export che nel primo e secondo semestre è cresciuto del 6,6%)