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Cave: la realtà  virtuale al servizio della riabilitazione

Davide Micheli | 24 Giugno 2016

VR

Quando la tecnologia incontra la medicina nascono soluzioni incredibili: è questo il caso di Cave, la realtà  virtuale messa a disposizione della riabilitazione.

Gli sviluppi della tecnologia arrivano ormai a lambire ogni ambito della vita delle persone: nel caso di Cave, una soluzione realizzata nel nostro paese a partire dalla realtà  virtuale, è possibile sfruttare quest’ultima per sostenere il processo riabilitativo di persone che abbiano disturbi di tipo cognitivo, psicologico o, anche, motorio introducendo nei programmi per la riabilitazione un potente strumento a sostegno del personale sanitario.

Il progetto è stato portato avanti dall’IRCCS Auxologico Italiano – un istituto ospedaliero che si occupa di sperimentare la realtà  virtuale immersiva nel mondo delle terapie riabilitative – e ha dato come risultato la creazione di due ambienti Cave, delle stanze con la realtà  virtuale in cui è possibile sperimentare la Telepresenza Immersiva Virtuale, con una simulazione degli scenari utili a rendere più mirata la riabilitazione.

Tra i disturbi che possono essere curati attraverso i cosiddetti CAVE ci sono quelli dovuti all’ictus o al morbo di Parkinson, o ancora, le conseguenze derivanti da stati di ansia, stress o di particolari fobie. Questa tecnologia consente di agire in modo mirato su questi deficit, arrivando a ridurne la portata o, in alcuni casi, anche a superare gli stessi, con una riabilitazione del paziente che quindi risulta essere più efficiente.

Simulando quelle che potrebbero essere le normali situazioni di vita delle persone all’interno dei CAVE, il personale sanitario può analizzare il compartamento del paziente, aiutando – laddove fosse possibile – a recuperare la sua autonomia, senza tuttavia esporlo ai rischi che si potrebbero verificare se la persona malata fosse introdotta in un ambiente reale (per esempio portandolo su una strada che conduce verso casa sua).

In futuro, oltre ad offrire scenari di realtà  virtuale con stimoli a livello cognitivo, di udito e di vista, i CAVE dovrebbero essere anche attrezzati per stimolare i sensi dell’olfatto e del tatto, rendendo così ancor più complete le informazioni ottenute dal personale medico attraverso l’analisi del paziente compiuta con i test di realtà  virtuale all’interno dei CAVE.