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La realtà  virtuale per curare le fobie e la sindrome di Asperger

Davide Micheli | 20 Luglio 2016

VR

In Spagna, la collaborazione tra Indra, Fondazione Universia e U-tad ha portato alla nascita di un progetto – CicerOn VR Speech Coach – basato sulla realtà  virtuale, che permette di curare le fobie e problemi sociali.

La tecnologia fa un ulteriore passo all’interno del mondo della medicina, questa volta attraverso l’introduzione della realtà  virtuale nella cura delle fobie e di alcuni problemi nelle relazioni sociali, riconducibili alla cosiddetta sindrome di Asperger. Grazie alla collabrazione tra Indra, Fondazione Universia e U-tad – il centro universitario de tecnologia y arte digital), è nato infatti il progetto CicerOn VR speech coach.

Questa speciale applicazione, che sfrutta le tecniche immersive della realtà  virtuale, permette appunto ai pazienti, attraverso occhiali stereoscopici di essere sottoposti ad una terapia in cui riescono ad interagire con altri individui, o ad interloquire con gli stessi pubblicamente, compiendo un ulteriore passo avanti nell’introduzione della VR all’interno dell’ambito della riabilitazione dei pazienti.

Sfruttando il potenziale di alcuni avatar virtuali, inseriti all’interno di ambienti realizzati attraverso la gamification ma senza dare agli stessi un’impronta videoludica, i pazienti vengono istradati in un percorso con diverse tappe: al superamento di ogni obiettivo i “livelli” di CicerOn VR speech coach si arricchiscono di elementi (quali rumori, interruzioni,…) che rendono sempre più realistica la comunicazione con gli altri.

L’app permetterà  anche l’interazione attraverso smartphone, che fungerà  da assistente virtuale durante l’utilizzo di questa forma di realtà  virtuale all’interno delle mura di casa. Alla versionebase“, è stata affiancata anche una variante contraddistinta da un maggior livello di coinvolgimento, che sfuma sempre di più i confini tra ambiente virtuale medico e quello videoludico, migliorando in questo senso l’esperienza utente del paziente.