Diamo uno sguardo ora ad alcuni dati comunicati durante il seminario “Parlare di sexting a scuola – un fenomeno da monitorare”, durante il quale ci si è preoccupati di analizzare il fenomeno del cyberbullismo e appunto del sexting (testi, video o immagini a sfondo sessuale): gli episodi di cyberbullismo sono cresciuti durante il 2016 dell’8 percento, mentre un quarto degli adolescenti si è dedicato al sexting, la prima volta già a 11 o 12 anni.
Nonostante quindi la presa di coscienza da parte della società civile, l’odioso fenomeno del cyberbullismo non accenna a diminuire, complice anche il fatto che la violenza avviene in maniera immateriale, colpendo i ragazzi più deboli in modo pressoché invisibile per gli adulti e i docenti: e la prossima legge contro il cyberbullismo, per essere applicata in modo deciso, richiederà la disponibilità di parecchie risorse.
Per quanto riguarda invece il fenomeno del sexting, un’indagine condotta su più di 7’000 adolescenti distribuiti tra diverse regioni italiane, ha messo in evidenza come nel 4 percento dei casi gli stessi giovani affermino di aver fatto sesso inviando immagini o filmati tramite WhatsApp, oppure, pubblicandoli sui social network. Il 6.5 percento si è invece dedicato al sexting e, il 2 percento, dice di aver fatto sesso di fronte ad una webcam. Un adolescente su 10, infine, ha fatto selfie intimi.