Per tentare di mantenere salda la sua posizione all’interno del mercato cloud destinato in parte alla clientela business appartenente alla fascia elevata del mercato, l’azienda di Mountain View ha adottato una strategia che punta sulla versatilità nell’offrire risposte ai suoi utenti, con il risultato che l’azienda di Sundar Pichai ha scelto di ampliare la sua offerta in termini di database all’interno della sua piattaforma Google Cloud Platform.
Big G ha quindi introdotto la seconda versione di Google Cloud SQL, la soluzione pensata da Mountain View per MySQL che sfrutta la tecnologia di Google Compute Engine: grazie a questo lavoro di miglioramento dell’offerta, infatti, l’azienda californiana permette una gestione efficiente dei dati con archivi che raggiungano i 10 TB, 20.000 IOPS e, infine, che usino sino a 104GB di RAM per ogni singola istanza.
L’implementazione di queste novità consente a Big G di competere ad armi pari con Amazon RDS for MySQL e con Amazon Aurora e, a considerare i dati pubblicati dall’azienda di Mountain View relativamente ai suoi test di confronto, emerge come Google Cloud SQL riesca anche ad offrire performance superiore ad entrambe le piattaforma della società di Seattle, tanto per la capacità di gestire le transazioni sia per i tempi di latenza.
Big G ha anche lanciato il database NoSQL Google Cloud Bigtable, in grado di supportare Google Search e GMail, che permette una gestione di dati nell’ordine dei petabyte, il cui impiego è possibile anche attraverso API come del resto da client Java, Go o Python.
L’altra novità di Mountain View è Google Cloud Datastore, un altro database NoSQL, introdotto per l’uso con applicazioni web e nell’ambito del mobile, concepito per una gestione ottimale di grosse quantità di query.