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Hard disk, il settore è in pieno fermento.

Redazione | 10 Aprile 2017

Una memoria atomica! L’ultima notizia arriva dal team di ricerca di Ibm, che ha messo a punto il magnete più […]

Una memoria atomica!
L’ultima notizia arriva dal team di ricerca di Ibm, che ha messo a punto il magnete più piccolo al mondo, riuscendo a comprimere un bit di informazioni all’interno di un atomo di olmio. È il ricercatore Christopher Lutz a spiegare la portata di questa creazione, che si basa su un principio semplice: i bit magnetici rappresentano il cuore dei dispositivi di archiviazione di memoria, come hard disk, nastri di registrazione e memorie magnetiche di prossima generazione. Pertanto, il gruppo del colosso americano ha cercato di capire cosa succede quando si porta la tecnologia all’estremo, utilizzando la scala atomica.
Piccoli e capienti
Attualmente, gli hard disk usano all'incirca 100 mila atomi per salvare un singolo bit di dati: con la straordinaria scoperta di Ibm sarà  sufficiente per l’appunto un atomo, aprendo la strada a nuove possibilità  per lo sviluppo di dispositivi di memoria sempre più piccoli e densi. L’esempio presentato è davvero chiarificatore: in un futuro non troppo remoto sarà  possibile salvare l’intera libreria di iTunes di 35 milioni di canzoni su un device grande appena quanto una carta di credito.

Un passo rivoluzionario

Gli scienziati di Ibm hanno inoltre dimostrato che è possibile leggere e scrivere un bit d’informazione su un atomo usando la corrente elettrica: questo significa che si può lavorare per creare soluzioni di archiviazione magnetica mille volte più dense di oggi. Dal punto di vista tecnico, l’esperimento è stato realizzato unendo il singolo atomo di olmio a una superficie di ossido di magnesio, che consente ai due poli dell’atomo di mantenere una direzione stabile anche se disturbati da altri magneti vicini, definendo così l’1 e lo 0 del bit.

Intel punta alla velocizzazione

Se questo è il possibile futuro, più immediato e "concreto" è il nuovo modulo presentato dalla Intel, che sembra ben decisa a stravolgere il mondo della memoria cache per PC grazie al sistema Optane, che dovrebbe ridurre della metà  i tempi di avvio di un computer e garantire prestazioni di sistema più veloci del 28%. La nostra quotidianità , infatti, è fatta anche di una sempre maggiore diffusione di foto ad alta risoluzione e file video in 4K, e più in generale richiede l’elaborazione di una quantità  di dati sempre maggiore, che comportano una forse inevitabile attesa per il caricamento delle informazioni e dei programmi, che spesso frustrante per gli utenti e che può addirittura causare problemi, come spiegano i tecnici Recovery File, azienda specializzata nel recuperare dati da hard disk guasti.

Migliorare le prestazioni

Questo progetto rivoluzionario invece ha un duplice obiettivo: aumentare la sicurezza e velocizzare le operazioni di salvataggio dei dati. Come sintetizzato dai tecnici Intel, con il sistema Optane anche un “vecchio” hard disk HDD. Viaggerà  sui ritmi di un innovativo sistema SSD, rendendo i sistemi più reattivi ed efficienti. Merito di una tecnologia di memoria completamente nuova, definita 3D Xpoint, che riesce a unire vantaggi e prestazioni della RAM con quella delle unità  SSD, generando velocità  elevate e persistenza dei dati anche senza energia.

Effetti pratici

Importanti anche i riflessi positivi sulla velocizzazione nell’avvio di applicazioni comuni sui pc desktop: secondo Ibm, ad esempio, il client di posta elettronica Microsoft Outlook potrà  esser lanciato fino a 6 volte più velocemente e il browser Google Chrome fino a 5 volte, mentre i videogame ridurranno le partenze del 67%. Come detto, poi, anche i dati archiviati nello spazio di storage dei PC saranno accessibili in modo più immediato, rendendo possibile un’esperienza complessiva più scattante e reattiva.