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Affidabilità  e sicurezza nel Cloud

Redazione | 26 Febbraio 2014

Domanda:  Su PC Professionale avete preso in esame i principali servizi webmail fruibili in rete, da Gmail a Yahoo. L’articolo […]

Domanda:  Su PC Professionale avete preso in esame i principali servizi webmail fruibili in rete, da Gmail a Yahoo. L’articolo evidenzia un particolare che spesso non è citato: in caso di crash dei server che ospitano questi servizi, la perdita dei dati è quasi assicurata, così come il fatto che esiste la possibilità  che si verifichino furti dei dati stessi da parte di malintenzionati. Un altro aspetto sottovalutato è che un’improvvisa mancanza di elettricità  imporrebbe un fermo delle attività  e renderebbe impossibile lavorare per la mancanza di dati immagazzinati presso un server collocato chissà  dove: pensiamo a una relazione, a un contratto, a scambi di informazioni tra aziende e così via. Da ciò ne consegue la necessità  di avere comunque in locale una copia delle mail, inviate e ricevute, e degli allegati che le accompagnano. Il problema fondamentale di questi servizi è che non permettono un salvataggio in locale, così come nessun tipo di stampa multipla delle mail (una mancanza voluta?). Da qui, quindi, la necessità  di un software che permetta di scaricare integralmente le caselle di posta dei diversi account. Per quanto ne so, era disponibile uno strumento open source che lo permetteva, ma non ne ricordo più il nome. Immagino comunque che nel frattempo siano stati sviluppati altri software più efficienti per la stessa funzione. Avete qualche suggerimento?

Thunderbird, il client di posta elettronica di Mozilla, consente di scaricare sul computer l'archivio di email mediante il protocollo Pop3. Tutti i servizi webmail, Gmail, Outlook.com e Yahoo! offrono questa funzione.

Thunderbird, il client di posta elettronica di Mozilla, consente di scaricare sul computer l’archivio di email mediante il protocollo Pop3. Tutti i servizi webmail, Gmail, Outlook.com e Yahoo! offrono questa funzione.

Risposta: L’affidabilità  degli account di posta elettronica come Gmail, Outlook.com e Yahoo! è un fattore d’importanza fondamentale ed è tenuto in grande considerazione dai rispettivi gestori. Considerando gli enormi investimenti necessari per creare l’infrastruttura richiesta per fornire un servizio di posta elettronica di questo tipo, sarebbe assurdo rovinarsi la reputazione per non aver messo la giusta cura nel salvaguardare l’integrità  dei dati degli utenti. L’infrastruttura hardware per un servizio webmail è costituita da una server farm con migliaia di unità  centrali di elaborazione, dotata di memorie di massa ridondanti, corredate da sistemi di backup automatici e schemi per la ricostruzione dei dati in caso di malfunzionamento. Quindi, l’eventualità  che si verifichino perdite di dati come conseguenza di un guasto hardware è molto remota e comunque di almeno un ordine di grandezza inferiore rispetto alla probabilità  che lo stesso evento si presenti su un computer tradizionale. Possiamo quindi affermare che, almeno relativamente ai guasti hardware, i nostri dati sono molto più al sicuro nel cloud che a casa nostra. Per quanto riguarda la sicurezza informatica, il discorso è diverso. In questo caso, la responsabilità  è condivisa tra l’utente e il gestore del servizio: il primo deve scegliere una password sicura ed evitare di farla cadere in mani sbagliate, il secondo deve assicurarsi che le procedure di amministrazione siano accessibili solo a personale fidato e che i server si trovino in un’area protetta. Anche queste necessità  sono prese in considerazione fin dalla fase di progettazione ed è quindi lecito attendersi un livello di sicurezza più che adeguato.

La differenza principale tra la sicurezza della classica posta elettronica e della webmail resta nel fatto che, con il metodo di gestione tradizionale, i pirati informatici che riuscissero ad accedere alla nostra casella email vi troverebbero solo pochi messaggi perché il materiale viene scaricato di volta in volta sul computer dell’utente, mentre con la webmail questi avrebbero l’accesso all’intero archivio dei messaggi, anche anni di comunicazioni private.

Non è da sottovalutare nemmeno la considerazione del nostro lettore, ovvero il fatto che nel caso in cui si presenti un disservizio, a livello del provider Internet o del gestore webmail, sarebbe impossibile accedere al proprio archivio di posta, possibilmente con gravi ripercussioni in ambito lavorativo. Nulla vieta, però, di mantenere due copie dell’archivio, una nel cloud, accessibile da qualsiasi computer connesso alla Rete, e una sul computer locale sotto forma di database messaggi. Questa operazione è resa possibile dal protocollo Pop3, che consente di scaricare l’intero contenuto di una casella di posta elettronica. Tutti i gestori webmail mettono a disposizione questa funzione e al lettore basterà  selezionare all’interno del proprio client di posta elettronica le opzioni necessarie per lasciare una copia dei messaggi sul server del servizio webmail. L’operazione di copia è possibile in maniera bidirezionale: sono disponibili apposite funzioni d’importazione che consentono di trasferire il contenuto di una casella di posta elettronica da una webmail all’altra oppure di copiare nel cloud un database di messaggi già  archiviato sul computer locale. Questa operazione può essere eseguita in diversi modi, per esempio con il software MailStore, secondo la procedura descritta nell’articolo pubblicato sul numero di agosto della rivista. Mantenendo il proprio archivio di messaggi su due webmail si avrà  una soluzione di backup nel caso in cui il servizio primario diventi temporaneamente indisponibile.