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File sharing e gestione della cache di download

Redazione | 2 Dicembre 2009

Ormai in molte abitazioni sono presenti più computer e spesso uno di questi è in servizio 24 ore su 24, […]

emule

Ormai in molte abitazioni sono presenti più computer e spesso uno di questi è in servizio 24 ore su 24, collegato a Usenet o alle reti di file sharing. Ha quindi senso assemblare e configurare un Pc allo scopo di ottimizzarlo per questa specifica funzione. Una delle scelte più problematiche riguarda gli hard disk. È sicuramente consigliabile tenere separati dati e programmi, quindi sarà  necessario un disco per il sistema operativo e un altro per il materiale in arrivo dalla Rete. Ma allora, dove va collocata la cache di download?  Escludendo ovviamente la partizione del sistema operativo, sembrerebbe logico metterla nella stessa in cui confluiscono i dati scaricati, ma questa configurazione ha due grosse controindicazioni: prima di tutto la continua cancellazione dei file dovuti alle operazioni di masterizzazione porta rapidamente alla frammentazione dell’unità  e quindi a un decadimento delle prestazioni che, per la cache, è inaccettabile. Inoltre, riformattando ogni due o tre mesi il disco fisso dedicato al download si perderebbero i dati contenuti nella cache, cosa altrettanto inammissibile.

Come si evince ogni configurazione hardware ha i suoi pro e i suoi contro. Può aiutare a focalizzare il problema cercare di capire quando è necessario suddividere i dati in partizioni diverse e quando invece si debba utilizzare una memoria di massa separata. È sicuramente consigliabile tenere il sistema operativo e gli eventuali applicativi in una partizione dedicata, ma ciò non impedisce di usare una partizione sullo stesso disco fisso per archiviare anche i dati provenienti dalla Rete.

Questa soluzione non presenta gravi controindicazioni se il computer è dotato di una quantità  adeguata di Ram, in modo da prevenire l’utilizzo del file di scambio per la memoria virtuale. Se ciò dovesse avvenire, l’impatto sulle prestazioni sarebbe pesante perché non rallenterebbe solo il sistema operativo ma anche l’archiviazione del materiale in arrivo. È sconsigliabile tenere la memoria cache sia nella partizione del sistema operativo sia insieme ai dati già  completamente pervenuti. In entrambi i casi, ciò porterebbe a una grave frammentazione, con notevoli ripercussioni sulle prestazioni del Pc.

Anche la scelta di collocare la memoria cache in un’altra partizione dello stesso disco che contiene il materiale in entrata ha le sue controindicazioni: pur non portando a fenomeni di frammentazione, la testina di lettura dell’hard disk si troverebbe a essere continuamente riposizionata durante tutte le operazioni di trasferimenti dei dati dalla cache alla partizione dedicata all’archiviazione, con un notevole rallentamento.

Secondo la nostra esperienza è quindi consigliabile che la memoria cache e la partizione di destinazione finale siano poste su memorie di massa distinte. Sebbene ciò obblighi a operazioni di copia tra i due dischi, con notevole impegno della banda di trasferimento dati del controller, ci sembra il male minore tra tutte le configurazioni possibili.

Gli hard disk attuali mostrano un degrado delle prestazioni più accentuato quando sono richiesti continui riposizionamenti della testina di lettura/scrittura che non durante l’esecuzione di operazioni sequenziali di accesso. Indipendentemente dalla configurazione scelta, è indubbia la necessità  di eseguire assidue operazioni di deframmentazione di tutte le partizioni, sia quelle contenenti i dati e la cache sia quella dedicata al sistema operativo. La deframmentazione diventa lenta e onerosa solo quando è eseguita saltuariamente. Se la riorganizzazione avviene su base giornaliera, l’impegno dell’hardware è minimo. Ricordiamo infine che esistono alcuni software di deframmentazione che sono in grado di eseguire l’operazione in background mentre il computer continua la normale attività  di elaborazione.