Sembra strano parlare di gestione delle finestre su Mac, l’ambiente operativo che ha proposto commercialmente per primo l’interfaccia grafica come soluzione nativa. Eppure per quanto il mondo a finestre sia parte dell’esperienza di utilizzo del Mac, c’è sempre la possibilità di renderla ancora più semplice.
Quante volte siete annegati tra le finestre? Quelle aperte nel browser, quelle della posta elettronica, quelle di Office o Pages… E quella necessaria è sempre nascosta oppure è troppo piccola per leggere o effettuare le operazioni di copia e incolla.
Certo, con un po’ di pazienza si sopravvive lo stesso, ma quello che vi proponiamo è un semplicissimo tool (gratuito e open source) che può davvero aiutarvi a gestire le finestre su OS X.
Si chiama Spectacle e per la sua semplicità merita il paragone con il proverbiale uovo di Colombo. Spectacle non fa altro che attivare una serie di scorciatoie da tastiera associate al posizionamento della finestra attiva. In pratica con una sequenza di tasti facilmente memorizzabile si può spostare la finestra attiva nella metà prescelta dello schermo (o in un quarto o un terzo), la si può trasferire nello schermo successivo (il Mac, ricordiamo, può operare con numerosi schermi virtuali). Potete scaricare il programma dal sito dello sviluppatore, Eric Czarny.
Spectacle si installa in pochissimi secondi e può essere attivato automaticamente all’avvio. Si può decidere se farlo apparire nella barra dei menu (cosa utile nei primi tempi quando si devono ricordare le scorciatoie da tastiera) o farlo diventare un compagno assolutamente invisibile, che opera dietro le quinte.
Le scorciatoie preimpostate sono numerose ma non è detto che tutte siano utili nel proprio workflow, per cui quelle da ricordare veramente si memorizzano in fretta. In ogni caso tutte le scorciatoie sono modificabili a piacere, dal pannello di controllo di Spectacle.
Il codice sorgente di Spectacle, che come dicevamo è open source, è disponibile su GitHub. Questo consente ai più esperti di sincerarsi della sicurezza intrinseca dell’applicazione, cosa non da poco in tempi di CyberLocker e RansomWare.