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Le periferiche Usb Otg con Android

Redazione | 19 Marzo 2015

Domanda: Secondo le informazioni che ho raccolto in Internet, alcuni smartphone Android sarebbero in grado di gestire dispositivi di archiviazione dati […]

DomandaSecondo le informazioni che ho raccolto in Internet, alcuni smartphone Android sarebbero in grado di gestire dispositivi di archiviazione dati come un pendrive Usb ma non lo fanno per scelte progettuali del produttore. È vero? Potete spiegarmi le motivazioni alla base di questa scelta? Ho sentito parlare anche di una operazione chiamata “rooting” che consentirebbe di attivare questa funzionalità . Come si esegue questa operazione?

Risposta: Android è un sistema operativo dedicato ai dispositivi mobili ma il suo kernel (e buona parte dei driver) sono stati ereditati da Linux, compresa la gestione del bus Usb e delle periferiche ad esso collegate. È per questo motivo che, fin dall’inizio, l’implementazione dell’interfaccia Usb di Android è stata molto più estesa e raffinata di quanto sarebbe stato necessario per le limitate capacità  di interconnessione di smartphone e tablet. Con la progressiva evoluzione dell’hardware, alcuni dispositivi mobili sono divenuti in grado di gestire la loro interfaccia Usb oltre che in modalità  client (per la connessione e lo scambio dati con un Pc) anche come host e ciò, unito al supporto Usb derivato da Linux, ha reso possibile il collegamento di periferiche come tastiere, mouse, stampanti, fotocamere e memorie di massa Usb.

Si tratta però di una possibilità  limitata ad alcuni smartphone e tablet di produzione recente e che deve essere sempre verificata caso per caso. Inoltre il software di base fornito a corredo di Android non prevede le funzionalità  per rilevare e montare i dispositivi collegati alla porta Usb in modalità  host e sono quindi necessarie apposite app che provvedano, ad esempio, a rendere accessibili i file system dei pendrive. Infine il “mount” di un file system normalmente richiede i diritti di amministratore ed è per questo motivo la maggior parte di queste app funziona solo su dispositivi sottoposti a rooting. Con questa parola si identificano gli smartphone o i tablet Android modificati per eseguire le loro applicazioni con i diritti di amministratore invece che come utente regolare. Il rooting permette di eseguire operazioni di manutenzione e lascia la massima libertà  operativa all’utente ma espone anche all’azione di virus o altre forme di software malevoli ed indesiderati. Si tratta inoltre di un’operazione che richiede la modifica di componenti fondamentali, come il boot loader del sistema operativo, e può quindi invalidare la garanzia del dispositivo.

Non possiamo fornire informazioni più dettagliate relative a come eseguire il rooting perché la procedura è completamente diversa a seconda del dispositivo. Si dovrà  quindi fare riferimento ad un forum che contenga informazioni specifiche per il proprio modello di smartphone o di tablet. Per verificare se il proprio dispositivo sia in grado di gestire la funzionalità  Usb Otg si può utilizzare anche l’app Usb Host Diagnostics. Una volta accertata la compatibilità  Otg, sarà  necessario procurarsi un cavetto adattatore per collegare la classica interfaccia Usb rettangolare alla porta microUsb del dispositivo mobile. Infine si dovrà  installare un’app per rilevare e configurare i dispositivi Otg come Usb Host Controller o Total Commander. La funzionalità  Usb Otg, pur non garantendo una compatibilità  del 100%, è sicuramente una caratteristica interessante che può far risparmiare tempo durante i trasferimenti di dati con i dispositivi mobili ma allo stato attuale delle cose ci sentiamo di consigliarla solo agli utenti più esperti.