Codacons denuncia Meta: “Meta AI su WhatsApp è una violazione della privacy e dei diritti dei consumatori”
Meta AI ha debuttato da qualche settimana su WhatsApp, ma non senza polemiche. Il Codacons, l’associazione italiana in difesa dei consumatori, ha presentato un esposto ufficiale all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Antitrust) e al Garante per la Protezione dei Dati Personali, puntando il dito contro l’integrazione forzata dell’assistente Meta AI nella popolare app di messaggistica.
Secondo quanto denunciato dal Codacons, Meta AI è stata introdotta senza alcun preavviso né consenso esplicito da parte degli utenti, comparendo direttamente nella barra di ricerca dell’app WhatsApp. Un cambiamento silenzioso, che non offre alcuna opzione per la disattivazione definitiva. Gli utenti possono solo ignorare o nascondere parzialmente l’assistente, ma non eliminarlo, né impedire con certezza il potenziale trattamento dei dati personali.
L’esposto presentato dall’associazione cita diverse violazioni del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR), in particolare gli articoli 5 e 6, che stabiliscono i principi di liceità, trasparenza, minimizzazione e consenso esplicito per ogni trattamento di dati. Secondo il Codacons, non esiste alcuna base giuridica valida per l’attivazione automatica del servizio e non è accettabile presupporre il consenso degli utenti.
Ma non è solo una questione di privacy. L’associazione punta il dito anche contro possibili pratiche commerciali scorrette: l’introduzione dell’assistente virtuale, presentata come un miglioramento del servizio, sarebbe in realtà uno strumento per fidelizzare l’utenza e incrementare la raccolta di dati attraverso strategie persuasive.
Alla luce di queste criticità, il Codacons ha formulato una diffida formale nei confronti di Meta Platforms Ireland Limited. La richiesta è quella di sospendere immediatamente il rilascio della funzione “Meta AI” in Italia e nel resto dell’Unione Europea. L’associazione chiede che Meta introduca la funzionalità solo dopo aver garantito piena trasparenza, la possibilità di disattivazione completa e la conformità con le normative europee.
Il pronunciamento delle autorità italiane potrebbe avere ripercussioni significative a livello europeo, sia per Meta che per le future implementazioni dell’IA in ambito consumer.