La strategia di comunicazione di Apple è semplice in modo disarmante. Nuovi prodotti e servizi vengono annunciati solo sul palcoscenico dei keynotes di Steve Jobs, guai a chi in azienda ne parla prima, ottenendo il massimo dell’attenzione mediatica. Comprese le prime pagine di quotidiani che spesso trascurano il mercato hi-tech.
Eppure ci sono obblighi legali che sembrano congiurare contro il voto del silenzio in uso a Cupertino.
Entrare in un nuovo (o quasi nuovo) mercato, per esempio, obbliga qualsiasi società a tutelarsi apponendo il proprio trademark ai nuovi prodotti. È bastata una comunicazione formale, debitamente riportata sui siti statunitensi, per fare lucidare le sfere di cristallo di analisti e futurologi.
Citiamo letteralmente. Il marchio Apple dall’8 febbraio 2008 estende ufficialmente la propria attività su:
Toys, games and playthings, namely, hand-held units for playing electronic games; hand-held units for playing video games; stand alone video game machines; electronic games other than those adapted for use with television receivers only; Lcd game machines; electronic educational game machines; toys, namely battery-powered computer games.
Se fate i conti la parola game compare otto volte. Comprensibile l’enfasi se si considera un mercatino da 25-30 miliardi di dollari l’anno; interessante la concretizzazione del trademark in prodotti reali se si valuta la potenza di fuoco dei concorrenti che già presidiano la scena (Sony, Microsoft, Nintendo).
In tempi molto diversi dagli attuali Apple ci aveva già provato, con l’infelice console Pippin, costruita insieme a Bandai, che sfruttava una versione ad hoc di Mac Os su un PowerPc 603e a 66 MHz.
Allora gli andò male oggi la situazione è diversa? Non solo il mercato è esploso, ma Apple ha dalla sua due carte da giocare. Per prima cosa un sistema operativo collaudato che ha fatto della portabilità un punto di forza (il nucleo di Mac Os X si trova sull’iPhone come sul Mac Pro a 8 processori) e rispetto al 1990 Jobs può contare su una situazione patrimoniale eccellente e su una rete di alleanze ben più robusta, Intel e Nvidia tra i primi.
Siamo certi che si stia parlando ancora di giochi?