L’idea già era stata lanciata in precedenza: proporre un esame sulla conoscenza scritta ed orale della lingua inglese per tutti quegli autisti provenienti da paesi non anglofoni, ma allora, Uber aveva deciso di citare in giudizio la Transportation for London – agenzia che si occupa dei trasporti nella capitale britannica – vincendo anche la causa, giacché la misura era stata ritenuta discriminatoria.
La TfL è però tornata alla carica e, stavolta, ha deciso che tutti coloro i quali si propongono come conducenti per il servizio di trasporto privato dovranno essere sottoposti ad un test sulla lingua inglese, una scelta che da questo punto di vista elimina il precedente criterio censurato dai giudici, vale a dire, la provenienza da paesi non anglofoni.
Secondo le nuove disposizioni, tutti i conducenti di servizi di trasporto privato – tra i quali si trovano quelli di Uber – dovranno quindi prendere parte all’esame linguistico entro il prossimo 31 marzo 2017: l’iter burocratico prevede anche il pagamento di un costo una tantum di 200 sterline.
Tutti coloro i quali richiederanno nuove licenze per operare, come del resto le persone che rinnoveranno quelle già esistenti, dovranno superare il test linguistico entro la data indicata.