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Il Covid-19, gli italiani e la tecnologia

Editoriale

Il Covid-19, gli italiani, la tecnologia e il benessere

Michele Braga | 26 Novembre 2020

Fitness Wearable

Secondo una ricerca commissionata da Fitbit, con il secondo lockdown gli italiani hanno alzato in modo tangibile il livello di consapevolezza sulla salute e aumentato il desiderio di dedicare del tempo a migliorare il proprio benessere fisico.

Secondo i dati di una ricerca condotta da Course5 Intelligence su un campione di 14.071 consumatori adulti – maschi e femmine di età superiore ai 18 anni – in Europa per conto di Fitbit, la pandemia da Covid-19 e le restrizioni imposte dai protocolli di lockdown hanno alzato in modo tangibile il livello di consapevolezza sulla salute e aumentato il desiderio di dedicare del tempo a migliorare il proprio benessere fisico.

Queste considerazioni che possono sembrare scontate trovano conferma e chiavi di lettura secondarie nei dati raccolti in forma anonima dalla massa di dispositivi come fitness band, smartwatch e sportwatch utilizzati ormai dalle persone attive o sportive in tutte le fasce d’età. Durante la prima ondata dell’emergenza è stata rilevata una diminuzione dell’attività fisica non associata all’esercizio fisico propriamente detto: è diminuito il conteggio dei passi degli utenti Fitbit italiani in assenza delle semplici attività quotidiane di routine come accompagnare i bambini a scuola, fare le scale e spostarsi a piedi durante il tragitto casa-lavoro. È aumentato il tempo dedicato al riposo, ma è aumentato anche il livello di stress per le limitazioni agli spostamenti o per l’ansia legata alla malattia.

Wearable, un prezioso alleato per migliorare il benessere

Se da un lato la tecnologia certifica la percezione di chi ha visto la propria giornata trasformarsi in modo radicale, dall’altro si conferma anche un valido alleato per aiutarci a riprendere coscienza del nostro corpo e dedicargli maggiore attenzione. I tanti programmi per il relax o per l’allenamento sportivo sono uno strumento prezioso per plasmare nuove routine giornaliere. Personalmente percorrevo a piedi una media di 5 km al giorno nel tragitto casa-lavoro mentre nelle prime settimane in smartworking tutto si era ridotto ai pochi metri che separano la camera da letto dal soggiorno. Con un po’ di dedizione e l’aiuto della tecnologia ora faccio molta più attività fisica, mangio meglio e più regolare e sono riuscito a mettere sotto controllo lo stress.

La tecnologia in questo caso può essere sfruttata in modo positivo come cartina al tornasole in grado di misurare quanto stanno cambiando – in meglio o in peggio – le nostre abitudini e di fornirci gli stimoli per sostenere il desiderio di migliorare il nostro benessere. Se ancora non avete uno smartwatch o una fitness band, questo Natale potrebbe essere l’occasione per avvicinarvi al mondo dei wearable, non perché è di moda ma per sfruttarne le potenzialità e vivere meglio, anche in lockdown e in attesa di una nuova alba libera.