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L’impatto della pandemia sulle vendite di Pc

Editoriale

L’impatto della pandemia sulle vendite di Pc

Pasquale Bruno | 7 Maggio 2020

COVID-19

Diffusi i dati sull’andamento del mercato IT negli ultimi mesi: da una parte c’è stata una forte sofferenza della supply chain, dall’altra un incremento della richiesta da parte soprattutto dei consumatori privati.

A metà aprile sono stati diffusi i primi dati sull’andamento del mercato IT nei mesi caratterizzati dalla pandemia di Covid-19 e dal conseguente lockdown generale. Le consegne mondiali di Pc desktop e notebook del primo trimestre 2020 sono calate del 12,3% secondo Gartner e dell’8% secondo Canalys, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Un calo molto forte, che nella stima più pessimistica è il peggiore dal 2013. Le ragioni delle mancate consegne vanno individuate nell’impossibilità delle fabbriche cinesi di rimettersi al lavoro dopo le festività del capodanno e nella successiva compromissione della catena logistica.

Per quanto riguarda le vendite al dettaglio, c’è stato invece un incremento della domanda da parte dei privati e delle piccole aziende. Uno studio di Gfk relativo all’Italia ci dice che in una delle settimane più critiche del lockdown, dal 2 all’8 marzo, c’è stata una crescita a valore del 63% per i portatili, del 15% per i Pc desktop e del 53,5% per le stampanti multifunzione. Questo in ragione dell’improvvisa necessità di lavorare o studiare da casa e quindi di attrezzarsi, comprando se necessario un nuovo Pc.

D’altro canto, con il lockdown si ha molto tempo libero; nel mese di marzo le vendite di console in Italia sono aumentate del 67%. Bene anche quelle degli accessori, dove spicca un +478% per le comode sedie da gaming, per le quali è facile immaginare un mercato trasversale. Quindi da una parte c’è stata una forte sofferenza della supply chain, dall’altra un incremento della richiesta da parte soprattutto dei consumatori privati. A parte il picco temporaneo comunque, dovuto a uno stato di necessità ora coperto, gli esperti di Canalys sono molto pessimisti per il secondo trimestre e anche per l’intero 2020.