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Le toolbar tentatrici

Redazione | 19 Dicembre 2013

Lavorando quasi ogni giorno con i software gratuiti, ci capita spesso di incontrare installer che propongono programmi e strumenti di […]

toolbarsLavorando quasi ogni giorno con i software gratuiti, ci capita spesso di incontrare installer che propongono programmi e strumenti di terze parti, del tutto indipendenti rispetto a quelli che vorremmo installare. Molti li chiamano crapware, o software spazzatura, una definizione coniata in origine per i programmi che si trovano preinstallati quando si acquista di un nuovo Pc. Il problema non è nuovo: Microsoft non ha avuto la forza, o la volontà , di proibire l’installazione di software di terze parti insieme al suo sistema operativo, sia per gli effetti dei procedimenti antitrust sia perché a Windows mancavano effettivamente alcune funzioni. L’azienda di Redmond è comunque allo stesso tempo vittima e complice: da un lato il software spazzatura peggiora le prestazioni e l’immagine di Windows, ma dall’altro anche Microsoft ha utilizzato questi metodi per diffondere prodotti come Silverlight o le toolbar per la ricerca sul Web. Da alcuni anni, però, i crapware si sono spostati dai computer agli installer dei programmi: la grande maggioranza dei freeware propone ormai qualche genere di installazione secondaria, spesso toolbar di ricerca sponsorizzate. Questo accade sia con le piccole utility di nicchia sia con i tool scaricati ogni giorno da milioni di utenti, come per esempio il runtime Java di Oracle oppure il player Flash di Adobe. Capita perfino di trovarle in alcuni programmi commerciali, anche piuttosto costosi; una pratica che a nostro parere è difficilmente giustificabile. Dietro le toolbar e software inutili si cela un vero e proprio fiume di denaro. I contorni di questo mercato sono molto vaghi, ma di tanto in tanto emergono alcuni dettagli impressionanti: lo sviluppatore di MetroTwit, un noto client twitter per Windows, ha reso pubblica l’offerta di un’azienda che gli ha prospettato un compenso tra i 90 e i 120.000 dollari Usa all’anno se avesse accettato di aggiungere un software del genere all’installer del suo programma. E MetroTwit non ha certo una diffusione paragonabile a quella dei colossi del settore, come Java o Flash. Come combattere questa invasione? Gli strumenti di rimozione sono pochi e non sempre efficaci. I crapware di solito non rappresentano una minaccia diretta e vengono quindi ignorati dalla maggior parte delle suite di sicurezza. Alcuni strumenti specializzati invece possono essere d’aiuto: PC Decrapifier (https://pcdecrapifier.com), per esempio, riconosce e disinstalla moltissimi crapware dai computer nuovi, mentre AdwCleaner (https://general-changelog-team.fr/en/tools/15-adwcleaner) elimina gli adware e le toolbar. Con ogni probabilità  oggi ci troviamo nella fase più acuta dell’invasione, che tenderà  a diminuire con il passaggio a un sistema di distribuzione del software controllato e centralizzato come quello degli App Store.
Ma, ancora una volta, dovremo rinunciare a una piccola porzione di libertà  in nome di una maggiore sicurezza.

Dario Orlandi