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L’inutilità  degli orologi intelligenti

Giorgio Panzeri | 9 Ottobre 2014

Tra i protagonisti dell’Ifa e dei nuovi annunci Apple ci sono sicuramente gli smartwatch. Non entro nei dettagli degli annunci […]

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Tra i protagonisti dell’Ifa e dei nuovi annunci Apple ci sono sicuramente gli smartwatch. Non entro nei dettagli degli annunci e dei prodotti perché trovate tutto su questo numero di PC Professionale. Quello che mi preme approfondire qui è altro, ed è legato al prodotto e al sistema operativo ma è indipendente dal modello. Negli ultimi mesi abbiamo visto nascere i primi smartwatch con l’OS specifico sviluppato da Google (Google Wear) e da Apple per il suo Apple Watch (chissà  perché non iWatch, forse troppo banale?). E il mercato si è popolato di modelli. Bei prodotti, fluidi nell’uso, funzionali e semplici da usare. Ma inutili. Si, certo, inutili. Hanno un solo grande difetto che li rende inutili (o meglio due ma il secondo è strettamente connesso al primo): la durata della batteria. Possibile che ogni sera io debba mettere sotto carica il telefono e anche l’orologio? E no, posso capire lo smartphone che uso intensamente e non solo per telefonare, ma l’orologio (più o meno intelligente che sia) no, non voglio essere obbligato a caricarlo ogni sera. Attenzione, non sono certo contrario agli smartwatch, anzi sono da tempo utilizzatore di questi prodotti. Per le recensioni e per passione li ho provati quasi tutti, dai primi modelli a quelli con Android Wear (Apple no perché sarà  disponibile il prossimo anno). Molti sono proprio belli ma al polso porto ancora il Pebble, che è molto limitato (ha infinite funzioni in meno rispetto ai vari Lg, Motorola, Samsung o Sony di ultima generazione), esteticamente è bruttino, ma mi garantisce sette giorni di autonomia.

L’autonomia è un limite anche perché il secondo difetto (e questo purtroppo è comune anche al Pebble) è che tutti i nuovi prodotti non hanno un connettore standard per ricaricarli, come la bella presa microUsb di tutti gli smartphone (ad eccezione di Apple, s’intende…). No, hanno tutti un piccolo accessorio da collegare sotto la cassa dell’orologio e sul quale è presente la microUsb. È vero che in questo modo l’orologio è a prova d’acqua e di polvere, ma non bastava una porta microUsb protetta da un sportellino come quella presente sul Samsung Galaxy S5 o sul vecchio e ancor interessante orologio Sony Smartwatch 2? Se arrivi al lavoro e ti sei dimenticato di caricare il telefono ti basta un cavo da collegare al Pc, se è scarico lo smartwatch beh, non puoi fare nulla, lo riponi e aspetti di tornare a casa per collegarlo al suo fastidioso accessorio di ricarica. E se poi lo perdi?

Voi cosa ne pensate? Lo acquistereste un orologio intelligente da caricare ogni sera?