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Macchine virtuali per tutti

Giorgio Panzeri | 29 Ottobre 2013

Ecco perché la virtualizzazione non è utile solo per gli utenti professionali. In questo numero di PC Professionale vi proponiamo […]

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Ecco perché la virtualizzazione non è utile solo per gli utenti professionali.

In questo numero di PC Professionale vi proponiamo un approfondito articolo su VirtualBox, un software di virtualizzazione gratuito, illustrando come utilizzarlo al meglio. Se volete sperimentare l’uso degli ambienti virtuali senza spendere nulla vi consigliamo di leggere la nostra guida a pagina 122.
In vendita ovviamente ci sono anche prodotti commerciali più potenti, come Vmware o Parallels, dei quali esaminiamo e valutiamo le ultime versioni nella sezione First Looks, alle pagine 52 e 54.
A chi sono realmente necessari i software di virtualizzazione? Sfatiamo un mito: non sono prodotti per nerd e non sono riservati a utenti professionali. La virtualizzazione può essere molto utile a tutti. Certo, chi ne trae molto beneficio sono gli sviluppatori o le aziende avvedute che creano macchine virtuali per elevare la sicurezza degli utenti in rete locale.

Noi in redazione utilizziamo la virtualizzazione in modo pervasivo. Pensate alla quantità  di software che sottoponiamo a test o che valutiamo per la pubblicazione sul Dvd virtuale. Le prove coinvolgono le procedure di installazione, sia con l’ultima versione di Windows sia con le edizioni più datate del sistema operativo, a partire da Windows XP, per valutare eventuali incompatibilità .
Non possiamo certo avere un numero illimitato di Pc per le prove, ma con una macchina sufficientemente potente, con una buona quantità  di Ram, possiamo virtualizzare tutti gli ambienti operativi necessari per l’esecuzione dei test. Ma non solo. Quando per esempio realizziamo le prove comparative delle periferiche, dobbiamo avere sempre un “ambiente pulito”, altrimenti l’installazione continua di driver di diversi dispositivi potrebbe inficiare sui risultati che otteniamo. Una volta creato un sistema operativo virtuale “pulito”, lo si attiva, si installano i driver necessari, si eseguono i test, e successivamente lo si elimina generando dal master iniziale una nuova istanza del sistema operativo pronto per una nuova sessione di test. La procedura è relativamente rapida, e ci permette di avere risultati molto accurati.

Ok, ok, mi direte: questo è comunque un uso professionale della virtualizzazione. Sicuramente, ma può essere adottato da tutti. Quando dovete valutare un software per deciderne la definitiva adozione, oppure quando siete interessati a provare un applicativo che forniamo sul nostro Dvd virtuale, può valere la pena effettuare l’installazione in una macchina virtuale. Perché? Semplice, perché la disinstallazione lascia sempre tracce e continuando a installare e rimuovere software si finisce per appesantire il sistema operativo. Ma non solo. Un ambiente chiuso come quello virtualizzato protegge da virus e attacchi il “vero” sistema operativo di lavoro e permette di navigare anche su siti dei quali non siete completamente sicuri e che potrebbero infettare la vostra macchina. E con la diffusione dei malware non stiamo parlando di siti illegali o di dubbia moralità , ma di pagine web ordinarie che sono state infettate da codice maligno.

Per finire, i software di virtualizzazione sono il prodotto ideale per chi ama sperimentare, dagli applicativi (come detto sopra) ai nuovi sistemi operativi. Esce la nuova versione di Ubuntu e volete provarla? Oppure volete analizzare le potenzialità  del nuovo Chrome Os? O ancora, vi piacerebbe sperimentare Android su Pc? Potete fare tutto questo senza distruggere il vostro sistema operativo ben installato, sia esso Windows o OS X. Basta creare una nuova macchina virtuale. Nella mia insaziabile fame di conoscenza non nego di avere un disco fisso pieno di macchine virtuali che attivo alla bisogna. Perché è bello essere informati, ma è ancor più bello verificare con mano per capire le reali potenzialità  e i veri difetti di ciò che vogliamo usare.

Buona lettura e, soprattutto, buona sperimentazione a tutti.
Giorgio Panzeri