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Musica, oppio dei poveri?

Giorgio Panzeri | 2 Luglio 2008

Sul sito del Corriere della Sera è stato pubblicato un allarmante articolo su iDoser, un software che teoricamente replica gli […]

Sul sito del Corriere della Sera è stato pubblicato un allarmante articolo su iDoser, un software che teoricamente replica gli effetti delle varie droghe tramite la musica, un fenomeno che, come riporta il sito, “potrebbe rapidamente dilagare – come già  avvenuto in Spagna – e che già  vanta migliaia di appassionati che discutono attraverso la rete, si scambiano impressioni e consigliano modalità  e tecniche di somministrazione”.

In pratica, secondo l’articolista, grazie a particolari onde sonore che operano nel range tra i 3 e i 30 Hertz si possono innescare diverse reazioni e sollecitare in maniera intensa l’attività  cerebrale, in modo simile alle droghe. Quindi, per drogarsi on-line basta scaricare speciali file dai nomi come marijuana, cocaina, alcol, ecstasy che contengono sequenze sonore in grado di replicare gli effetti delle droghe che descrivono.

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Beh, se non fosse per l’intervento di un esperto dal Nucleo Speciale frodi telematiche della Guardia di Finanza il tutto mi sembrerebbe una bella e grande bufala. Ma anche così, anche se fosse tutto vero, mi chiedo che effetto possa avere un articolo di questo tipo, dove si cita (ben evidenziato) il programma incriminato? Innanzitutto, il sito è stato chiuso? No. È illegale? No, a quanto mi risulta. È difficile da scovare e per scaricare il programma bisogna avventurarsi in siti di hacking? No, basta fare una ricerca su Google e si trova subito il sito iDoser e il programma è scaricabile da uno dei più importanti siti di shareware mondiali (download.com).

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Ma allora che senso ha l’articolo del Corriere? Secondo me farà  più male che bene. Da un lato alimenta l’odio verso chi vede nel Web il “Grande Male”, di chi continua a voler imporre regole per limitare la libertà  d’opinione, di chi vuole chiudere il P2P. E i genitori che vedranno i propri figli con le cuffie in testa cosa potranno pensare? Che si stanno drogando?

Ma soprattutto più che un’inchiesta, io lo trovo un perfetto articolo pubblicitario per iDoser. Come abbiamo detto il sito non è né chiuso né illegale. Ma quanta gente conosceva iDoser prima dell’articolo del Corriere? Da una mia piccola indagine direi quasi nessuno. Sempre dalla mia limitata indagine tra conoscenti e amici posso dire che dopo aver letto l’articolo molti, anche solo per semplice curiosità , lo hanno scaricato. Beh, mi piacerebbe sapere quanto è aumentato il traffico in questi giorni. Una bella pubblicità  subliminale. Chi la metterà  all’indice?