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Riga di comando e comandi da tastiera

Giorgio Panzeri | 30 Giugno 2015

Nel 1985 è stato presentato e messo in vendita il laptop Toshiba T1100. In verità  non è stato il primo […]

Nel 1985 è stato presentato e messo in vendita il laptop Toshiba T1100. In verità  non è stato il primo portatile della storia, battuto sul tempo dall’Epson HX-20, presentato nel 1981 e posto in vendita nel 1983 (Business Week lo definì la “quarta rivoluzione nel personal computing”). Ma il piccolo Epson, che pesava solo 1,6 chilogrammi, ed era grande quanto un foglio A4, lavorava con due processori Hitachi 630 a 614 kHz e aveva un sistema operativo proprietario. Il Toshiba T1100 può essere considerato l’antesignano degli attuali notebook perché basato sul processore Intel 80C88 a 4,77 Mhz e perché in grado di far girare tutti i programmi sviluppati per il PC Ibm, grazie al sistema operativo Dos 2.11 caricato da floppy.

Di peso decisamente superiore all’Epson HX-20 (quasi cinque chilogrammi), aveva uno schermo Lcd monocromatico con risoluzione di 640 x 200 pixel. Il peso dipendeva in buona parte dalla batteria che offriva otto ore di funzionamento del computer lontano da una fonte di energia. La memoria era di soli 256 kByte (espandibili sino a 640 kByte con il prosciugamento del portafoglio del cliente) mentre per archiviare dati e programmi aveva integrato un lettore di floppy da 3,5″ e 720 kByte di capacità . Nel 1985 Toshiba vendette circa 10.000 laptop T1100 a un prezzo di 1.899 dollari (più di 4.000 dollari di oggi, attualizzando il potere d’acquisto del dollaro). Ciò spinse l’azienda l’anno successivo a proporre il T3100, il primo laptop con disco rigido integrato (pensate un po’, da ben 10 Mbyte).

Paragonato a un notebook di oggi il T1100 è poco più che una calcolatrice elettronica. Eppure, chi ci è passato ricorda ancora quanto erano epici quei tempi, quando non si doveva mai dare nulla per scontato e ci si doveva “sporcare le mani” per far funzionare a dovere hardware e sistema operativo. Tutto da riga di comando, naturalmente. Con laptop o desktop di questo tipo si doveva prima caricare il Dos e poi si cambiava dischetto per inserire quello con l’applicativo, che conteneva anche i propri dati. Gli applicativi dovevano occupare pochi Kbyte, altro che i Gbyte dei software di oggi, e quindi tutto era ridotto all’indispensabile.

Per scrivere i nostri articoli in redazione usavamo un word processor infido, chiamato XYwriter. I comandi erano solo via tastiera (i vari Ctrl-S, Ctrl-X e tanti, tanti altri). Scrivendo rapidamente a volte digitavi per errore un comando e, visto che tutto doveva essere ridotto all’osso, ti venivano proposte solo due alternative: Sì – No. Ma per cosa? Non ti veniva esplicitato. Avrebbe potuto riferirsi al salvataggio del testo, all’uscita dal programma, alla formattazione del floppy o altro. Era una vera e propria roulette russa. Però, pur avendo hardware che oggi sono da barzelletta, software ai limiti della decenza, si riusciva a lavorare velocemente e con soddisfazione. Altri problemi sono arrivati dopo, con le prime versioni di Windows. Con la grafica. Ci siete passati anche voi? Cosa vi ricordate di quei tempi? Raccontateci qui qualche aneddoto.