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Meta vieta la pubblicità politica in Europa da ottobre

Martina Pedretti | 28 Luglio 2025

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Meta vieta la pubblicità politica in Europa da ottobre 2024 per adeguarsi al nuovo regolamento UE sulla trasparenza. Ecco cosa cambia.

Meta vieta la pubblicità politica in Europa: ecco cosa cambia da ottobre 2025

A partire da ottobre 2025, Meta — la società madre di Facebook e Instagram — vieterà tutte le pubblicità politiche, elettorali e sociali nell’Unione Europea. La decisione è stata annunciata in risposta all’entrata in vigore del TTPA (Transparency and Targeting of Political Advertising Regulation), il nuovo regolamento UE sulla trasparenza degli annunci politici.

Il TTPA, in vigore dal 10 ottobre 2025, impone obblighi stringenti per le piattaforme digitali, tra cui:

  • Maggiore trasparenza sugli annunci politici, comprese informazioni su chi li ha finanziati e come sono stati indirizzati.
  • Divieto di targeting pubblicitario basato su dati personali, a meno che l’utente non dia un consenso esplicito e separato.

Secondo Meta, queste nuove regole renderebbero insostenibile la gestione degli annunci politici sulla piattaforma in Europa, sia dal punto di vista tecnico sia legale.

Meta ha dichiarato che, pur avendo introdotto strumenti di trasparenza dal 2018, il nuovo regolamento introduce un livello di complessità e incertezza giuridica troppo elevato. La società teme che le nuove regole:

  • Limitino la personalizzazione degli annunci, riducendo la loro efficacia.
  • Penalizzino le piattaforme digitali statunitensi rispetto a quelle europee.
  • Creino un precedente pericoloso per la pubblicità personalizzata in generale.

Meta ha inoltre sottolineato che la pubblicità politica rappresenta una parte minima del suo business e che quindi l’impatto economico sarà limitato. Tuttavia, l’azienda ritiene che vietare gli annunci politici riduca la possibilità per i cittadini di accedere a informazioni importanti.

Meta ha già pagato oltre 1 miliardo di dollari all’anno in sanzioni UE, e con questo blocco sembra voler lanciare un segnale politico. Secondo alcune fonti, la società spera in un intervento da parte degli USA, e Donald Trump potrebbe usare la questione come leva nei prossimi negoziati commerciali con Bruxelles.

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Nel frattempo, i lobbisti di Meta a Washington stanno spingendo affinché le nuove normative UE siano riconosciute come una discriminazione contro le Big Tech americane.

Dal punto di vista tecnico e legale, le piattaforme digitali dovranno adeguarsi a un nuovo standard europeo per la pubblicità politica. Questo potrebbe:

  • Ridurre la visibilità online di candidati, partiti e ONG.
  • Favorire canali tradizionali come la TV e la stampa.
  • Spingere altri colossi tech a prendere decisioni simili a quelle di Meta.

Resta da vedere se questa mossa sarà imitata da altre piattaforme o se l’UE rivedrà le proprie richieste in nome di una maggiore flessibilità. Di certo, la battaglia tra privacy, trasparenza e libertà di comunicazione è appena cominciata.