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Multa di 10 milioni ad Apple per pubblicità ingannevole

Luca Colantuoni | 30 Novembre 2020

Apple iPhone Smartphone

AGCM ha comminato ad Apple una multa di 10 milioni di euro per aver ingannato i consumatori in relazione alla resistenza all’acqua di alcuni iPhone.

AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) ha sanzionato Apple per due pratiche commerciali scorrette. L’azienda di Cupertino deve pagare una multa da 10 milioni di euro perché ha ingannato gli utenti, pubblicizzando la resistenza all’acqua di alcuni iPhone. Inoltre ha negato la riparazione degli iPhone danneggiati proprio dall’ingresso di acqua.

Il procedimento dell’autorità è stato avviato un anno fa, in seguito alle segnalazioni ricevute da alcuni consumatori. L’indagine ha rivelato che i messaggi pubblicitari relativi alla resistenza all’acqua (fino a 4 metri per 30 minuti) degli iPhone 8, 8 Plus, XR, XS, XS Max, 11, 11 Pro e 11 Pro Max erano ingannevoli. Tale caratteristica è stata evidenziata sul sito web di Apple, sui social network, su YouTube e negli spot TV.

In realtà sul sito web era scritto in piccolo che la resistenza all’acqua era stata testata in condizioni di laboratorio con utilizzo di acqua statica e pura, ovvero secondo quanto previsto dalle certificazioni IP67 e IP68, non nelle normali condizioni di utilizzo da parte dei consumatori. Ecco perché sul sito web era scritto a piè pagina che “La garanzia non copre i danni provocati dai liquidi“, mentre nei video pubblicitari era scritto in piccolo “La garanzia non copre i danni provocati dai liquidi in condizioni d’uso non previste dal rating IP67/68“.

Apple non ha quindi informato gli utenti in modo chiaro né sulla resistenza all’acqua, né sulla copertura della garanzia. Infatti i consumatori (uno di essi ha immerso lo smartphone nell’acqua di mare!) che hanno portato il loro iPhone al centro assistenza hanno dovuto pagare l’intervento di riparazione.

Per questi motivi, AGCM ha comminato ad Apple una multa di 10 milioni di euro per violazione del Codice del Consumo. L’azienda di Cupertino può presentare ricorso al TAR del Lazio entro 60 giorni.