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Samsung ha ritirato il 13 percento dei Note 7 negli USA

Davide Micheli | 19 Settembre 2016

Samsung Smartphone

Samsung continua ad essere alle prese con la problematica dei suoi Galaxy Note 7 “esplosivi”: negli Stati Uniti, l’azienda ha ritirato il 13 percento dei device commercializzati.

Torniamo ad occuparci del caso dei Samsung Galaxy Note 7 – l’ultimo phablet lanciato dall’azienda di Seul – che tanto ha fatto (e continua a far) discutere. In seguito ad alcuni episodi in cui la batteria di questi device mobile è esplosa, causando anche il ferimento di alcuni utenti, la società  sudcoreana ha deciso di correre ai ripari richiamando gli stessi dispositivi.

Oltre ad aver spronato gli utenti a restituire i loro device acquistati per precauzione, Samsung sta valutando anche di ricorrere al Kill Switch per impedire nuovi incidenti tra gli utenti meno disponibili a rinunciare al proprio device. Ad oggi, infatti, secondo quanto riportato da Tim Baxter di Samsung, solo il 13 percento degli utenti USA ha deciso di sostituire il proprio device.

A riportare la notizia è il portale Cnet, il quale appunto ha ripreso le indicazioni del manager dell’azienda di Seul: su 1 milione di device venduti nel paese, infatti, in seguito al richiamo, ne sono stati resi 130’000. Samsung ha spiegato che la sostituzione dei Galaxy Note 7 – presso i negozi statunitensi – potrà  prendere il via entro la metà  di questa settimana.

Dal canto suo, l’azienda sudcoreana ha provveduto sin dal 2 settembre scorso a ritirare dal mercato i device per ragioni di sicurezza, dopo che in alcuni casi le batterie dei device sono esplose. Secondo la commissione statunitense per la protezione dei consumatori, ad oggi, negli Stati Uniti si sono verificati 92 casi di surriscaldamento delle batterie di questi device.