L’Italia sta vivendo un vero boom nell’adozione dei sistemi di pagamento a distanza con il cellulare: il valore dei beni e servizi acquistati è cresciuto del 30%, passando da 700 milioni del 2011 a 900 milioni nel 2012. I contenuti digitali per cellulare valgono 470 milioni di euro (+15%) mentre beni servizi come i pagamenti dei parcheggi e autobus o dei bollettini postali crescono del 60% arrivando a quota 310 milioni di euro.
Il 2013, secondo L’Osservatorio NFC & Mobile Payment del Politecnico di Milano che ha presentato oggi l’ultimo rapporto, sarà l’anno dell’ NFC, tecnologia ormai adottata da un numero sempre maggiore di smartphone e utilizzata per i pagamenti di prossimità , dove la transazione si conclude avvicinando il cellulare NFC al Pos dell’esercizio commerciale.
Finora sono stati venduti 2,5 milioni di smartphone NFC, sono state emesse 2 milioni di carte contactless e sono stati definiti piani per l’attivazione di oltre 170.000 Pos per la fine 2013. A ottobre 2012 è stata raggiunta un’importante intesa tra le principali telco italiane (Telecom Italia, Vodafone, Wind, H3g e Poste Mobile) per l’impiego di Sim NFC e la creazione di una piattaforma comune per i pagamenti NFC.
Ci sono insomma tutte le condizioni a contorno perché il mobile payment decolli e gli italiani si stacchino definitivamente dai contanti.
Analizzando nei dettagli che cosa gli italiani comprano utilizzando il cellulare, bisogna distinguere tra i servizi di e-commerce tradizionale come acquisto di coupon, biglietti per il turismo, o vendite nelle varie aste on line e gruppi di acquisto, che rappresentano l’80% del valore delle transazioni e l’acquisto di servizi veri e propri che valgono come si è detto 310 milioni di euro. L’80% di questa cifra è stato speso per acquistare ricariche telefoniche, pagare bollettini, come il canone Rai o altri bollettini postali. Il restante 20% è stato utilizzato nell’ambito della mobilità , ad esempio per pagare la sosta dell’auto, i biglietti del trasporto pubblico locale, il taxi, il car& bike sharing.
Si stima che siano addirittura 700.000 le ore di parcheggio pagate dagli italiani con il cellulare e oltre 600.000 i biglietti per il trasporto pubblico locale acquistati con questa modalità , tanto da far pensare ai servizi in mobilità come alla potenziale killer application del mobile remote payment.
Infine un’altra voce importante sul fatturato del mobile remote payment sono i trasferimenti di denaro via cellulare, che salgono a 150 milioni di euro e sono cresciuti del 50% nel 2012: l’84% è dato dall’acquisto di ricariche di carte prepagate, il 13% dal trasferimento di credito telefonico e solo il 3% dal vero e proprio “mobile Money Transfer p2p”.
Per il 2013 ci sono forti attese dall’ NFC: per fine anno sono previsti 6 milioni di smartphone NFC in circolazione in Italia. Lo scenario delineato dall’Osservatorio sul Mobile Payment del Politecnico di Milano prevede che nel 2016 ci saranno da 6 a 10 milioni di utenti che pagheranno mediante una soluzione di Mobile Proximity Payment, a fronte di un parco installato di 25 milioni di smartphone NFC e di un numero di POS abilitati che potrebbe avariare tra i 405.000 e i 610.00.
Ipotizzando uno scenario prudente, dice il Politecnico di Milano, si potrebbe stimare di poter raggiungere al 2016 un valore di pagamenti mobili di prossimità pari a 4,7 miliardi di euro, di cui 1,5 miliardi di euro saranno realizzati con i micro-pagamenti.
Nell’ipotesi più ottimistica invece il transato arriverebbe a 10,8 miliardi di euro (+130%) e in questo caso i micropagamenti peserebbero per 4,3 miliardi di euro.