Security

La nostra sicurezza passa dalla biometria. Il corpo è la migliore password

| 8 Agosto 2014

Sicurezza

La natura ci rende unici L’evoluzione tecnologica ha di conseguenza portato a una sempre minor sicurezza delle password personali così […]

La natura ci rende unici

L’evoluzione tecnologica ha di conseguenza portato a una sempre minor sicurezza delle password personali così come le conosciamo. La possibilità  di ricavare velocemente parole anche complesse, contenenti numeri o caratteri speciali, ha indebolito notevolmente la sicurezza dei nostri dati digitali.

A fare da contraltare a questa continua evoluzione è l’impossibilità  a passare a parole chiave più complesse, con un maggior numero di combinazioni possibili. Memorizzare infatti un pin a 50 o 60 cifre è praticamente impossibile, anche se quello è il livello che oggi garantirebbe una sicurezza davvero inviolabile. Questo ostacolo insormontabile risulta però semplicemente aggirabile se ci basiamo su qualcosa che non ha inventato l’uomo, ma che la natura ci ha donato e che risulta al tempo stesso di immediato utilizzo e di difficilissima contraffazione: noi stessi.biometria 04

Gli ultimi anni hanno infatti portato alla ribalta un nuovo settore tecnologico che racchiude in sé sia componenti digitali sia alcuni aspetti del corpo umano: la biometria. Questa parola, che significa letteralmente misura della vita (da bios = vita e metron = misura) è la scienza che studia le dimensioni e le grandezze del corpo umano allo scopo di identificarne i valori di funzionamento in modo da poterli utilizzare in ambito tecnologico.

Il succo è quello di utilizzare qualcosa di unico, non riproducibile e che non possiamo certo dimenticarci o appuntare su un biglietto che ci possa venire rubato, per autenticarci ad accedere ai nostri dati personali. Questa cosa è semplicemente il nostro corpo, o meglio, alcuni tratti personali che ci rendono unici e distinguibili univocamente da chiunque altro.

I tratti biometrici identificano infatti univocamente un individuo e offrono una varietà  tale da risultare al di fuori di ogni algoritmo di calcolo oggi conosciuto. Le microscopiche differenze tra ciascuno di noi, siano le impronte digitali, la disposizione dei vasi sanguigni o, addirittura, il Dna, hanno una varietà  tale che solo la Natura poteva produrre. Le combinazioni possibili sono innumerevoli e vanificano ogni tentativo di forzatura tramite gli algoritmi brute force.

Nei prossimi giorni vedremo alcuni dei tratti biometrici che possono essere (o sono già ) utilizzati per l’identificazione, partendo da quelli più conosciuti e anche diffusi, fino a quelli al limite della fantascienza.
Davide Piumetti

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