Un ex dipendente di Uber, Ward Spangenberg, ha lanciato importanti accuse nei confronti della società di Travis Kalanick relativamente al suo approccio nella gestioen dei dati dei clienti e la protezione della privacy degli stessi, sostenendo come l’azienda di San Francisco avrebbe una policy inadeguata, citando a questo proposito un episodio (chiaramente tutto da verificare).
Spangenberg afferma che un dipendente – per offrire un aiuto ad un amico di quest’ultimo intento a svolgere delle attività di stalking – avrebbe raccolto dei dati utili per tracciare il spostamenti dell’ex fidanzata di questo stalker. Lo stesso ex dipendente sostiene come altri colleghi abbiano ottenuto dati sui tragitti compiuti da Beyoncé ed altri vip con il servizio, senza autorizzazione.
Il licenziamento dello stesso Spangenberg sarebbe stato appunto causato dalle sue iniziative a sostegno di una maggiore tutela della privacy degli utenti, volte soprattutto a limitare l’accesso ai dati da parte di un gruppo selezionato di dipendenti dell’azienda con compiti per i quali potesse essere necessario accedere alle informazioni, ma sempre in maniera controllata.
Nelle sue accuse, l’ex dipendente sottolinea come Uber non solo non abbia adottato questi principi nella policy per la gestione dei dati, ma ancora, avrebbe sfruttato le sue capacità per evitare che eventuali controlli svolti da terzi (per esempio dipendenti del fisco) potessero permettere l’accesso ai dati.
Staremo quindi a vedere quale sarà la presa di posizione dell’azienda di Travis Kalanick circa queste accuse rivoltele.