Si rafforza il peso dell’Icann (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers), l’organismo internazionale che, sotto l’egida del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti, regola il funzionamento di Internet e il sistema dei domini a livello mondiale.
Proprio mentre l’Unione Europea aveva lanciato nelle scorse settimane un esplicito invito ad ampliare la governance di Internet anche a paesi “altri” dagli Stati Uniti, la Cina ha dato la sua adesione all’Icann, durante l’ultimo meeting di Sydney.
L’ingresso del colosso asiatico nel Gac (Governmental Advisory Committee) di Icann è un fatto politico significativo e lungamente atteso, come ha sottolineato Stefano Trumpy dell’Istituto di Informatica e telematica del Cnr di Pisa.
La Cina infatti è prima al mondo per numero di navigatori ( 298 milioni) e di domini (17 milioni i domini .cn). Dal 2007 al 2008 gli internauti sono cresciuti del 144%, quelli connessi tramite telefono mobile del (117 milioni) del 133% e i blog censiti sono 162 milioni.
Dunque la presenza della Cina nella governance di Internet era diventata imprescindibile. E c’è da sperare che essa contribuisca anche a smussare certi atteggiamenti che il governo cinese ha fino a oggi assunto nei confronti di Internet quale libero mezzo di espressione globale.
Al summit di Sydney era presente anche la Russia come “invited guest”.
A breve poi l’Icann dovrebbe introdurre la possibilità di registrare nomi a dominio in caratteri diversi da quelli dell’alfabeto latino (cinese, giapponese, arabo, ebraico, greco, cirillico, coreano).
Cina e Russia entrano nel “governo” di Internet
I due paesi entrano a far parte dell’Icann, l’organismo mondiale che sovrintende la Rete e che ora copre il 90% dell’utenza mondiale.