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Google non conosce crisi

Redazione | 17 Luglio 2009

Google Social

Trimestre in crescita per il gigante di Mountain View: +3% di fatturato e utili in salita.

Google sembra attraversare indenne anche la più grave crisi economica dal dopo guerra. I risultati finanziari per il trimestre conclusosi il 30 giugno, (5,52 miliardi di dollari di fatturato) segnano un +3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Gli utili operativi (calcolati secondo i Generally Accepted Accountings principles, GAAP) sono stati pari a 1,87 miliardi di dollari, circa il 34% del fatturato. Nello stesso periodo del 2008 erano stati pari a 1,58 miliardi di dollari. google logo.jpg

Nel commentare i risultati, Eric Schmidt, Ceo di Google, ha ribadito la forza del modello di business basato sull’advertising e su come esso si sia rivelato vincente anche in una difficile congiuntura economica come quella dell’ultimo anno.

Analizzando nel dettaglio la composizione del fatturato, il network dei siti di proprietà  di Google ha generato circa il 66% del turnover cioé 3,65 miliardi di dollari. L’advertising relativo alle partnership con i siti che utilizzano gli Adsense di Google rappresenta il 30% del giro di affari (ed ha generato 1,68 miliardi di dollari). In leggero calo sono i Paid Clicks (dato che ingloba sia i clic relativi agli annunci pubblicati sui siti del network di Google, sia quelli relativi agli annunci pubblicati su siti dei parner AdSense): nel primo trimestre 2009 sono scesi del 2%. Così come è diminuito il costo medio per clic che alla fine del 2008 era sceso del 13% per poi risalire di 5 punti in percentuale, nel primo trimestre 2009.
I costi di acquisizione del traffico (TAC) ovvero la parte di fatturato che Google condivide con i suoi partner, è scesa a 1,45 miliardi di dollari da ,147 dello stesso periodo del 2008. Gran parte di questa voce è costituita dai soldi che Google gira ai suoi partner Adsense: 1,24 miliardi di dollari nel secondo trimestre 2009.
Infine Google realizza circa il 53% del fatturato al di fuori degli Stati Uniti; in particolare l’Inghilterra pesa per il 13% , con 715 milioni di dolllari.