Google ha introdotto un cambiamento nella gestione dei clic sulle notizie indicizzate da Google News. D’ora in poi sarà possibile fare solo cinque clic gratuiti in un giorno alle notizie di un sito, dopo di che l’utente sarà costretto a pagare.
L’annuncio arriva nel corso di un dibattito indetto dalla FCC sul futuro del giornalismo nell’era digitale, una due giorni in cui naturalmente la parte del leone l’ha fatta il tema delle news a pagamento sul web.
Di fronte al dilemma degli editori se togliere i loro siti dall’indice di Google e rinunciare a qualcosa come 4 miliardi di clic che ogni mese Google invia loro tramite i suoi servizi (Google News e il web search) o lasciare che le loro notizie vengano depredate sul web, la scelta ora potrebbe essere un’altra, ovvero il programma First Click Free.
Quest’ultimo è un modello di utilizzo delle risorse web già in uso e che prevede che gli editori lascino indicizzare i contenuti delle loro notizie con Google News o Google Search, consentendo agli utenti di vederli a pagina piena senza dover registrarsi o abbonarsi al sito. Fino a oggi ogni clic sulla notizia era gratis, ma se l’utente si collegava ad altre risorse del sito (come link aggiuntivi della pagina) l’editore poteva chiedergli la registrazione o una forma di abbonamento alle notizie.
Ora invece Google ha introdotto la modifica dei cinque clic: ovvero ogni utente non può leggere più di cinque articoli gratis al giorno sul sito di quell’editore, dopo di che si paga. Google inoltre ha fatto sapere che d’ora in poi indicizzerà come gratuita solo la pagina di preview degli articoli, ovvero quelle che contengono il titolo del pezzo e le prime righe di testo. Questo sarà anche il contenuto visibile dagli utenti gratuitamente ( e non come avveniva in precedenza quando dalla pagina di preview si passava poi all’intero articolo).
Inoltre sul’indice di Google News tali articoli riporteranno un’etichetta come contenuti disponibili in abbonamento. Nessuna diversificazione sarà fatta ai fini dei risultati delle ricerche tra contenuti disponibili gratis o a pagamento e il loro posizionamento sarà soggetto agli stessi criteri finora seguiti dal motore di ricerca.
In questo modo Google spera di offrire agli editori qualche opportunità in più di traffico a pagamento, convincendo gli utenti che vogliono leggere di più a pagare. Ci riuscirà ? Il rischio è che dopo i cinque clic l’utente vada altrove, su altri siti a leggere la stessa e altre notizie.