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Software

I nostri poveri dati alla mercé di tutti

Redazione | 27 Agosto 2008

Social

Dal caso della catena di hotel Best Westerns all’incredibile acquisto di un server su eBay contenente password e numeri di conti correnti bancari di migliaia di cittadini, i nostri dati personali sono sempre più a rischio.

Le cronache internazionali di fine estate portano all’attenzione due episodi, apparentemente lontani, ma uniti da un solo filo conduttore: la fragilità  della privacy dei cittadini nell’era informatica.
Per una volta non sono responsabili i vari Google e Facebook ma più concretamente una banca del Regno Unito, la Royal Bank of Scotland e una grande catena di alberghi, Best Westerns. Quest’ultima sarebbe stata oggetto di un’intrusione da parte di un hacker nel sistema di prenotazione che avrebbe portato alla sottrazione dei dati personali di circa otto milioni di clienti. La notizia riportata dal quotidiano scozzese Sunday Herald è stata naturalmente ridimensionata da Best Westerns che ha ammesso di aver subito una violazione al sistema di prenotazione, ma limitatamente a un solo albergo della catena, precisando che il numero di clienti coinvolti è quindi estremamente limitato data l’impossibilità  di accedere da un semplice terminale dell’hotel al sistema centrale dove sono contenuti i dati personali dei clienti. Una smentita che non elimina il dubbio che i dati rubati siano stati già  immessi sul mercato del crimine informatico.
Ben più grave pare sia la svista commessa da Royal Bank of Scotland: un cittadino inglese ha acquistato su eBay un server usato e si è poi accorto che conteneva ancora i dati di milioni di correntisti della Royal Bank of Scotland e della American Express, con tanto di password e user Id, che non erano stati cancellati prima di mettere in vendita la macchina su eBay.
Un dipendente della società  esterna che gestiva i database per conto della banca aveva acquistato il server, rimasto inutilizzato, e poi deciso di rivenderlo su eBay. Fortuna ha voluto che il computer sia capitato nelle mani di un onesto cittadino inglese che ha subito denunciato la cosa alle autorità .