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Il Garante per la Privacy bacchetta Google

Redazione | 20 Aprile 2010

Google Social

Più tutele per gli utenti, è questo ciò che chiedono i Garanti per la Privacy di dieci paesi che in […]

google logo okPiù tutele per gli utenti, è questo ciò che chiedono i Garanti per la Privacy di dieci paesi che in una lettera esprimono preoccupazione per l’eccessiva leggerezza con cui Google affronta il tema della privacy, con specifico riferimento al recente lancio del social network Google Buzz. Le Autorità  di protezione dati di Italia, Canada, Francia, Germania, Irlanda, Israele, Olanda, Nuova Zelanda, Spagna e Gran Bretagna sostengono di essere “rimasti profondamente turbati dalla recente introduzione dell’applicazione di social networking Google Buzz, che ha purtroppo evidenziato una grave mancanza di riguardo per regole e norme fondamentali in materia di privacy. Inoltre, questa non è la prima volta che Google non tiene in adeguata considerazione la tutela della privacy quando lancia nuovi servizi”.
Per la verità  lo sconcerto delle Autorità  in materia di privacy giunge un po’ tardivo rispetto a quanto nel frattempo è successo: nella lettera infatti si sostiene che i problemi di privacy legati al lancio di Google Buzz ( che derivavano dall’assegnare automaticamente a ogni utente di Buzz una rete di amici ricavata dai contatti di Gmail) avrebbero dovuto essere “immediatamente evidenti” all’azienda, senza però citare il fatto che a 48 ore dal lancio di Buzz è stata Google stessa a cambiare i termini del servizio, sommersa dalle polemiche e dal disappunto degli utenti. Secondo le autorità  di tutela della privacy, Google avrebbe violato un principio riconosciuto a livello mondiale in materia di privacy, ossia che spetta alle persone controllare l’uso dei propri dati personali. Ma Mountain View su questo fronte ha lavorato sodo: la Privacy Dashboard consente agli utenti di avere il pieno controllo dei propri dati nell’ambito dei servizi web utilizzati, modificando le informazioni memorizzate da Google ogni qualvolta lo si ritiene opportuno.
La lettera si conclude con l’auspicio che in futuro Google si preoccupi di rispettare le norme in materia di protezione dei dati personali prima del lancio di nuovi prodotti e non dopo.