Il motore di ricerca rivela che diversi account Gmail di persone dissidenti con il governo cinese sono stati messi sotto attacco nel mese di dicembre. E sul blog annuncia che non sarà più disposta a filtrare i risultati di Google.cn, secondo la censura imposta dal governo, anche a costo di chiudere le attività in Cina.
Il post che compare oggi nel blog di Google ha i toni pacati di un avviso di ordinanza agli utenti a seguire le principali norme di sicurezza relative alla gestione di propri account di posta, onde evitare attacchi di phishing e malware, ma le parole pesano come pietre ed è la prima volta dopo tanto tempo che Google sembra porre un aut aut. In gioco c’è la presenza del principale motore di ricerca in territorio cinese, 200 milioni di utenti Internet nell’ultimo anno, e un governo che ha imposto dei filtri e una censura ai risultati ottenuti con Google.cn. La società suo malgrado, ha sempre rispettato le condizioni, ma gli ultimi eventi hanno cambiato le cose: nei mesi scorsi Google, come d’altronde anche altre Internet company sono state oggetto di attacchi di hacker che hanno carpito alcuni dati degli account di Gmail di diversi utenti. Il problema è che guarda caso gli account corrispondono a persone di origine cinese impegnate nella difesa dei diritti umani nel loro paese, e in alcuni casi anche ad occidentali, europei e americani, accomunati alla medesima causa. In quest’ultimo caso, spiega Google, gli attacchi non sarebbero arrivati sull’infrastruttura Google, ma attraverso sistemi di phishing e scam sui computer degli utenti.
Tuttavia la società fa un bilancio della sua presenza in Cina: siamo arrivati nel 2006 con la speranza di poter fornire anche al popolo cinese lo stesso libero acceso alle informazioni che Internet garantisce a tutti cittadini; abbiamo accettato i limiti imposti dal governo cinese e la censura, ma nei nostri accordi con le autorità locali, dice Google, c’era anche quello che noi avremmo monitorato ogni restrizione all’uso dei nostri servizi e ogni nuova legge che ne avrebbe modificato i termini.
Gli ultimi attacchi ci portano a rivedere l’opportunità o meno della nostra presenza e attività in Cina. “Non accetteremo più censure ai risultati di Google.cn – scrive la società sul blog – e nelle prossime settimane discuteremo con il governo cinese come gestire una versione non filtrata del nostro motore, nell’ambito delle legge imposte dal governo locale, ma se non si dovesse trovare un accordo siamo a pronti a rinunciare a Google.cn”. Sarebbe una sconfitta per tutti, e per Internet prima di tutto.