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La Baia dei Pirati in formato Google

Redazione | 23 Aprile 2009

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La ricerca personalizzata di Google consente di trovare i file torrent né più né meno di quanto consente Pirate Bay. E intanto in Svezia il processo rischia di essere invalidato.

Campeggia su Internet il sito The Pirate Google.com, il logo è la ormai famosa nave dei pirati di The Pirate Bay ma i colori delle vele sono quelli inconfondibili di Google. google piratebay.png
Non è uno scherzo e non ha nulla a che vedere con il noto motore di ricerca, ma come si legge nell’home page, vuole essere la semplice dimostrazione che quanto ha fatto Pirate Bay nel rendere disponibili i link ai file Torrent, non è nulla di diverso da quanto si può fare con la Ricerca personalizzata di Google, restringendo i campi di ricerca ai soli file Torrent (basta mettere nella query: filetype:torrent).
Solo che The Pirate Bay, sostengono gli autori delle pagine, non dispone della stessa autorevolezza e influenza politica di Google, che la Ifpi e le altre organizzazioni si guardano bene dal citare in giudizio.
E’ uno dei tanti esempi di come il dibattito sulla sentenza di Pirate Bay sia sempre più arroventato, soprattutto dopo che oggi si è appreso dal servizio radiofonico svedese che uno dei giudici della corte che ha emesso la sentenza è membro di un’associazione di tutela del copyright (Swedish Copyright Association) coinvolta direttamente nel procedimento contro i quattro rappresentanti del sito.
Thomas Norstrom, così si chiama il giudice coinvolto, è anche membro di un’altra organizzazione svedese che si batte per una maggiore tutela del copyright (la Swedish Association for the Protection of Industrial Property), ma ha negato di essere in conflitto di interessi nella causa contro Pirate Bay.
Di diverso avviso invece è l’avvocato difensore di Peter Sunde, uno dei quattro uomini a cui è stata comminata una pena pari a un anno di carcere e a un risarcimento danni di 3,6 milioni di dollari. L’avvocato ha chiesto la riapertura del processo.