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La “promessa” di Groupon non funziona più

Redazione | 3 Aprile 2012

Internet Social

Rischia di sgretolarsi come un castello di sabbia il modello di business costruito da Groupon e che ha portato al […]

Rischia di sgretolarsi come un castello di sabbia il modello di business costruito da Groupon e che ha portato al rapido successo la compagnia leader nelle offerte di social shopping, passata da 14,5 milioni di dollari di fatturato nel 2009 a 1,62 miliardi di dollari nel 2011.
Venerdì scorso la società  è stata costretta a rivedere al ribasso i risultati finanziari del quarto trimestre, il primo come public company quotata al Nasdaq, ammettendo una perdita di 37 milioni di dollari e una mancanza di liquidità  che impedirebbe di risarcire i suoi clienti dei buoni non utilizzati. Ieri il titolo è sceso a 3.10 dollari da 15,28 dollari precedenti e la SEC (l’organismo di controllo delle società  quotate in borsa) ha deciso di avviare verifiche più accurate sui bilanci, riservandosi di aprire un’investigazione formale.
Il problema di Groupon è complesso: da un lato c’è stata una cattiva gestione finanziaria da parte dei controller della società  che hanno gonfiato il fatturato senza decurtare le quote spettanti ai fornitori dei servizi erogati sul sito; dall’altro c’è un procedimento giudiziario intrapreso da diversi clienti contro la società , colpevole a loro giudizio di aver messo in vendita coupon relativi a servizi aventi un tempo di fruizione troppo breve e con un meccanismo di acquisto, che secondo le associazioni dei consumatori, crea una pressione psicologica sui clienti. Le offerte infatti durano solitamente solo 24 ore e gli utenti spesso comprano coupon che poi non riescono a utilizzare, chiedendo poi risarcimento a Groupon. Risultato l’azienda è stata condannata dal tribunale di San Diego a pagare un’ammenda di 8,5 milioni di dollari e dovrà  limitare le offerte con validità  inferiori ai 30 giorni a un 10% di tutto il suo carnet.

Tutto questo succede negli Stati Uniti dove è noto i diritti dei consumatori sono molto più tutelati che negli altri paesi. Ma la “promessa di Groupon” di restituire i soldi ai propri clienti, fiore all’occhiello del sito rispetto a servizi analoghi come Letbonus, potrebbe non essere più mantenuta. E il rischio è che il rapido successo si sgonfi altrettanto repentinamente.