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L’Unione Europea fa le pulci all’e-commerce dei beni elettronici

Redazione | 17 Settembre 2010

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Un’ispezione lanciata dall’Unione Europea nel 2009 in tutti gli Stati membri ha portato come risultato un aumento dell’affidabilità  dei siti […]

icone sweepUn’ispezione lanciata dall’Unione Europea nel 2009 in tutti gli Stati membri ha portato come risultato un aumento dell’affidabilità  dei siti che vendono elettronica di consumo. Nell’ 84% dei casi oggi i negozi on line seguono le regole di trasparenza nei prezzi e condizioni vendita verso i clienti, all’inizio delle ispezioni la percentuale in regola era del 44%.
Quella adottata dalla Commissione che si occupa dei diritti dei Consumatori (Health and Consumers, Consumer Affairs) è un’azione coordinata e condotta in collaborazione con le autorità  nazionali che tutelano i consumatori dei 26 stati membri, che va sotto il nome di “Eu Sweep”. In una determinata settimana dell’anno le singole autorità  nazionali provvedono a controllare centinaia di siti per verificare se i diritti dei consumatori in materia di diritto di recesso e trasparenza delle informazioni vengono rispettati o meno. Se si incontrano irregolarità  i gestori del sito vengono contattati e invitati a porre rimedio. Chi non si adegua rischia multe salate e anche la chiusura del sito.
In passato c’erano già  state ispezioni analoghe anche sui siti web di ticketing delle compagnie aeree. Ora è stata la volta dell’elettronica e informatica. Sono stati controllati circa 369 siti in tutta Europa di cui 310 sono ora conformi alle regole europee, mentre a Maggio 2009 erano solo 169. I criteri di valutazione consistevano nel verificare se il sito conteneva informazioni sui diritti dei consumatori (l’86% ora mostra informazioni chiare dettagliate ma prima era solo il 64% ); se il prezzo totale dell’acquisto era evidenziato in modo trasparente (il 94% dei siti ora lo fa mentre prima era il 75%) e infine se ci sono tutti i riferimenti del merchant: nome, indirizzo, email e anche in questo caso la percentuale è passata dall’ 82% del 2009 al 95% di oggi.
Insomma acquistare sui siti di elettronica è diventato più sicuro anche grazie a queste ispezioni a sorpresa. Ora nel mirino delle Ue ci sono i siti di ticketing di eventi sportivi e culturali, anche in questo caso su 414 destinazioni Internet analizzate, il 60% è stato trovato in qualche modo non in regola. Tra i problemi più diffusi informazioni poco complete sui prezzi finali di acquisto dei biglietti (74%); termini di vendita relativi a consegna ed eventuali rinunce poco chiari (73%); vendite non autorizzate (48%).