Oggi Facebook fa un passo importante, chiedendo agli oltre 350 milioni di iscritti di aggiornare le proprie impostazioni di privacy, utilizzando i nuovi strumenti di controllo che il social network mette a disposizione nell’area Publisher Privacy Control.
La principale novità introdotta è la possibilità di esercitare un controllo su ogni singolo elemento postato dagli utenti: era la richiesta più sentita dagli utenti ed è quanto Facebook ha reso possibile consentendo a ciascuno di controllare quali informazioni condividere e con chi.
Così finalmente le foto dei propri figli o il numero di cellulare lasciato a un amico potranno essere selezionati come dati visibili solo dalle persone che abbiamo deciso noi e che magari non sono le stesse che possono vedere l’ultimo post di commento a un film o a un articolo di giornale. Il tutto a partire dal Publisher Privacy Control, l’area da cui d’ora in poi si invieranno gli update di status e le foto che si vogliono postare, scegliendo all’atto stesso della creazione di un post, l’impostazione di privacy più adatta a quel contenuto.
Come già avevamo anticipato, Facebook ha rinunciato al modello delle reti geografiche intorno a cui la community era cresciuta: tanti network che rappresentavano community, come università , aziende o anche aree geografiche e che ora cedono il posto a una semplificazione più a misura d’uomo: Amici, Amici di amici, Tutti, Personalizzato. Questi sono i livelli a cui l’utente può restringere la visione dei propri post, e sono uguali in tutto il mondo.
A partire da oggi inoltre inizia un processo di transizione in cui ogni iscritto sarà chiamato a confermare o modificare i livelli di privacy preesistenti, scegliendo tra due opzioni: mantenere le impostazioni attuali o accettare i suggerimenti di Facebook. Questi ultimi terranno presente le scelte pregresse fatte dagli utenti, ma nel caso di dati sensibili, come numeri di telefono o informazioni personali, sarà lo stesso social network a suggerire scelte più restrittive. L’utente ad ogni modo potrà modificare le proprie scelte all’interno del Privacy center ogni volta che lo riterrà opportuno.
Nessun cambiamento è previsto sul fronte della condivisione di informazioni personali a fini pubblicitari: Facebook non ha mai rilasciato i dati degli utenti agli inserzionisti, se non con il consenso dei suoi iscritti (tipico esempio la miriade di applicazioni che per essere scaricate chiedono appunto di rendere visibili i propri dati a terzi).
Anche le informazioni che il social network rendeva pubblicamente disponibili (nome utente, foto del profilo, genere, città e lista degli amici e delle pagine) non subiscono modifiche, ma l’utente può comunque scegliere di non farle comparire nei risultati delle ricerche con Google. Infine per i minori sono state introdotte alcune limitazioni all’uso del servizio che prevedono la possibilità di condividere le informazioni solo fino alla lista degli amici degli amici.
In questo modo il social network spera di risolvere in maniera definitiva la questione della privacy, che come per Google, era diventata il suo tallone d’Achille, con in più il rischio di perdere per strada molti iscritti.
Accusato più volte di aver prodotto una sorta di vouyerismo virtuale, per l’invadenza della sua piazza nelle vite di ciascuno di noi, Facebook si è più volte trovato al centro di imbarazzanti situazioni: incauti update di status degli utenti che per la loro viralità finivano sotto gli occhi di chi non doveva, foto postate “coram populo” che portavano a rotture di fidanzamenti o a volte anche licenziamenti. Ora si volta pagina e vedremo se per alcuni sarà ancora così intrigante.