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Troppe le impronte digitali lasciate in Rete

Redazione | 11 Febbraio 2008

Social

Alla vigilia del Safer Internet Day, una ricerca di Save The Children racconta per la prima volta cosa fanno e cosa dicono gli adolescenti italiani nella grandi community virtuali.

h_logo1.gifSarà  presentata domani 12 febbraio a Roma la ricerca realizzata dalla Doxa per conto di Save the Children sui comportamenti dei giovani nei siti di socialnetwork, un fenomeno che interessa circa il 73% dei ragazzi, i quali hanno dichiarato di avervi fatto visita almeno una volta.

All’incontro, organizzato in occasione del Safer Internet Day, la giornata istituita dalla Commissione Europea per promuovere l’uso responsabile e sicuro dei nuovi media tra i minori, parteciperanno anche i rappresentanti  di alcune aziende che gestiscono social media, quali Google, Microsoft, Studenti New Media. Il successo dei social network è evidente, il 95% dei ragazzi tra i 13 e 17 anni usa Internet e di questi il 73% è entrato almeno una volta in una community, in un programma di instant messaging o un sito di socialnetwork; il 66,7% ha aperto un profilo e li frequenta abitualmente per trovarsi on-line con gli amici e conoscerne di nuovi. Il 24,8% ha stabilito contatti con adulti e in alcuni casi (15%) questi contatti si sono trasformati nella richiesta esplicita di immagini provocanti o di contatti esterni. Dalla ricerca emerge che sono proprio i giovani in altissima percentuale (l’86% degli iscritti ai social media) a chiedere ai gestori dei siti on-line  di proteggerli da tali situazioni.

Troppe le “impronte digitali” lasciate in Rete secondo Save the Children, e scarsa la protezione della privacy assicurata dai gestori dei vari servizi. Anche perché i ragazzi italiani, a differenza dei loro coetanei americani, tendono a registrarsi sui siti con la loro identità  reale: il 74% si iscrive con il proprio nome, il 61% posta le proprie foto, il 57% dà  l’indirizzo email. Non a caso alla domanda se è possibile risalire veramente a chi sei, il 63% ha risposto di sì.

Secondo il direttore generale di Save the Children Italia, Valerio Neri, “bisognerebbe ridurre al minimo le informazioni che si richiedono in fase di registrazione e fare in modo che i profili dei minori siano resi privati già  nelle impostazioni predefinite. Invece su alcuni social network, soprattutto italiani, queste precauzioni non vengono prese” .

Tra i servizi on-line più frequentati ci sono Msn Messenger (utilizzato almeno una volta, dal 96% degli intervistati), seguito da You Tube (53,2%), My Space (30,6%), Yahoo Messenger (25,1%), Studenti.it (24,9%), Giovani.it (11,2%), Blogger (7,5%), Facebook (5,4%). La ricerca è scaricabile da Internet a questo indirizzo.