Ciascuno di noi ha posseduto almeno una volta un cellulare Nokia e per diversi anni il marchio dell’azienda finlandese è stato identificato con i telefoni cellulari, in un periodo storico in cui la partita della telefonia mobile si giocava sul terreno europeo e non su quello del Far East Asiatico e degli Stati Uniti.
Per vent’anni Nokia ha dominato il mercato con la sua tecnologia, proverbiale in fatto di affidabilità e ricezione del segnale, tanto da oscurare anche in tempi recenti, cellulari pluriaccessoriati ma meno dotati quando si trattava di fare chiamate telefoniche. Il know how di Nokia non è stato solo hardware ma anche software, vedi la fortunata serie dei Symbian a cui l’azienda ha detto addio proprio quest’estate, annunciando di non voler più supportare il sistema operativo, forse in vista dell’avvenuta acquisizione.
Lo spartiacque è stato l’avvento dell’iPhone nel 2007 che ha scardinato i giochi per tutti: chi è stato più abile a rispondere, come Google con lo sviluppo di Android prima e l’acquisizione di Motorola poi, o Samsung con il lancio dei Galaxy, è riuscito a cavalcare l’onda degli smartphone e a mantenere quote di mercato.
Non è stato così per Nokia che nel 2011 è dovuta ricorrere all’accordo con Microsoft per avere un sistema operativo capace di offrire quelle funzionalità Internet che mancavano ai featured phone Nokia, per anni un cavallo di battaglia.
L’accordo com’è noto portò allo sviluppo congiunto degli smartphone Lumia con il sistema operativo Windows Phone 7, una serie di cellulari che ha ricordato oggi Steve Ballmer nella conferenza stampa Nokia, conta 200 milioni di clienti in tutto il mondo, 8,7 milioni di unità vendute e che ha portato Windows Phone a crescere del 78% in un anno.
Purtroppo lo sviluppo dell’industria mobile oggi richiede investimenti molto più ingenti che in passato, «La scelta di vendere la divisione Mobile and Devices di Nokia è stata la decisione più sofferta della mia carriera, ha detto oggi nel corso della conferenza stampa Risto Siilasmaa, appena nominato Ceo ad interim di Nokia, ma si è resa necessaria in un mercato che è diventato di fatto un duopolio (dominato da Apple con iOS e Google con Android)».
Da sola Nokia non aveva le risorse sufficienti per proseguire negli investimenti e dopo aver preso al vaglio altre alternative, ha scelto di vendere a Microsoft, un partner in grado di offrire le finanze necessarie per affrontare il futuro e a cui finora era mancato un modello di business completo (in conferenza è stato ricordato come da ogni cellulare con Windows Phone venduto Microsoft riesca a guadagnare meno di 10 dollari).
La vendita a Microsoft arriva quando Steve Ballmer si appresta a lasciare la poltrona di Ceo dell’azienda con una serie di insuccessi alle spalle, tra cui quello dei tablet Surface è forse il più evidente.
Stando alle voci di stamani, un suo papabile successore potrebbe essere proprio Stephen Elop, ex Ceo di Nokia ora traghettato in Microsoft, a testimonianza di quanto sia cruciale anche per il futuro di Redmond il segmento smartphone.
Non sarà facile integrare due culture aziendali così diverse come quella di Nokia e Microsoft, così come non sarà facile gestire Windows Phone sui cellulari Nokia e nello stesso tempo dare in licenza il sistema operativo ad altri produttori. Per entrambe le aziende si apre una nuova era.