Per Microsoft, sembrano non avere fine le problematiche relative alla privacy dell’utente sul Windows 10: questa volta, dalla Francia è stato inviato un vero e proprio ultimatum alla società di Satya Nadella, redatto dalla Commission National pour la Protection des Données (Commissione Nazionale per la Protezione dei Dati), in cui si invita Redmond ad apporre i correttivi del caso affinché il suo OS sia conferme al French Data Protection Act.
Secondo i francesi, l’OS di Microsoft non rispetta completamente le disposizioni dell’FDPA, in particolare laddove Redmond non adempia al suo obbligo di trattare la privacy e i dati personali dell’utente in modo più equilibrato, evitando per esempio che indicazioni relative al download delle app da Windows Store vengano trasmesse alla società americana, perché ritenute inutili per un uso normale dell’OS.
Secondo la commissione francese, poi, Windows 10 non adempie alla condizione del consenso individuale per quanto riguarda l’uso di un sistema identificativo univoco a supporto dell’attività di advertising sfruttando le app, o ancora, non offre sufficienti informazioni e possibilità di limitare (o bloccare) i cookie che tracciano le attività presenti sull’OS e, infine, Microsoft sposta “dati europei” negli USA sulla base del Safe Harbor.
Quest’ultimo è stato infatti considerato illegittimo da parte della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, ed è forse uno dei punti più dolenti dell’intero ultimatum, che assegna a Redmond un termine temporale di tre mesi per correggere queste problematiche presenti su Windows 10: in caso contrario, le autorità francesi avvieranno un’inchiesta che potrebbe sfociare anche in una sanzione nei confronti della società di Nadella.
Microsoft riuscirà a risolvere il contenzioso con la Francia? Staremo a vedere…