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Malware e sicurezza: il sistema operativo ti spia

Redazione | 11 Febbraio 2016

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I malware possono agire in molti modi: danneggiare il sistema, renderlo instabile, cancellare i file oppure cifrarli, come avviene con […]

I malware possono agire in molti modi: danneggiare il sistema, renderlo instabile, cancellare i file oppure cifrarli, come avviene con i più recenti Ransomware. Ma più spesso rimangono in silenzio, analizzano i comportamenti degli utenti e inviano informazioni ai server di comando e controllo remoti. Secondo questa definizione, però, anche Windows e molti altri software potrebbero essere considerati malware.

Il sistema operativo Microsoft, e in particolare il nuovo Windows 10, comunica molte informazioni sull’installazione e sulle abitudini dell’utente; certo, Windows non invia a Microsoft il numero di carta di credito o la password per accedere all’home banking, ma sue comunicazioni con server remoti sono piuttosto frequenti. Per limitare questo scambio di informazioni si può agire sulle impostazioni del sistema operativo, andando a raggiungere le varie opzioni e disattivandole una per una. Ma sono distribuite in molte pagine di configurazione diverse, ed è fin troppo facile dimenticarne qualcuna.

Un’ottima alternativa è DoNotSpy10, un semplice software gratuito che propone un lungo elenco di funzioni e opzioni legate alla privacy, e permette di attivarle o disattivarle una per una. Il programma può essere scaricato dalla pagina https://pxc-coding.com/portfolio/donotspy10/, in due versioni: una gratuita ma supportata dalla pubblicità , e una accessibile soltanto con una donazione di almeno 5 dollari.

Do-Not-Spy-660

Ma non è solo Windows a spiare gli utenti: lo scorso maggio è scoppiato un caso attorno al browser Chromium, fratello open source di Chrome. Google infatti aveva aggiunto un’estensione che manteneva sempre attivo il microfono integrato nel computer, e registrava l’audio ambientale. Lo scopo, svelato solo dopo che alcuni utenti hanno notato lo strano comportamento, era quello di rilevare la frase «OK Google» per avviare la ricerca vocale. Ma l’attivazione automatica di una funzione potenzialmente così invasiva, per di più in un progetto open source, ha destato molte perplessità  e alla fine ha costretto Google a tornare sui suoi passi, eliminando il download automatico dell’estensione.

Più in generale, i software realizzati da Google non sono famosi per la loro attenzione alla privacy: se si vuole evitare di essere tracciati è opportuno scegliere un altro browser, ma soprattutto fare molta attenzione alla configurazione.
Dario Orlandi