La gestione della privacy su Windows 10 ha causato innumerevoli problemi a Redmond, con la società di Satya Nadella che ha annunciato alcuni giorni fa l’introduzione di nuovi tool per gestire meglio i propri dati personali: la scelta di Redmond di agire in questo senso, però, secondo Reuters non sarebbe maturata a caso e non solo in funzione dei feedback dell’utenza.
L’agenzia sottolinea che l’azienda di Redmond avrebbe assunto questa decisione in seguito ad un’indagine avviata dall’Incaricato Federale della Protezione dei Dati e della Trasparenza a Berna, Svizzera, giunta alla conclusione che Windows 10 non fosse conforme alla legge federale sulla protezione dei dati.
Ad essere censurata, in particolare, è stata l’installazione veloce del sistema operativo di Microsoft, la quale ha previsto – di default – l’attivazione di un sistema di raccolta dei dati degli utenti (tra cui localizzazioe, cronologia ricerca, input tastiera e altro ancora) che inviava le stesse informazioni senza che l’utente ne fosse a conoscenza.
La società di Satya Nadella avrebbe quindi collaborato con l’autorità svizzera, proponendo una serie di correttivi ad hoc, i quali sono stati sufficienti per evitare che Microsoft potesse essere oggetto di un provvedimento. Questi correttivi saranno introdotti a livello globale tramite Windows 10 Creators Update e, quindi, anche con il rilascio di Redstone 3.