Per il servizio di streaming musicale on demand Spotify, il traguardo dei 100 milioni di utenti attivi al mese è una tappa davvero molto importante. Tra questi, 30 milioni hanno sottoscritto un abbonamento a pagamento, ed è forse questo il dettaglio che un po’ rovina la festa alla società svedese. In effetti, alcuni fanno notare come il numero di chi paga per ottenere il servizio sia rimasto sostanzialmente identico a quello di tre mesi fa.
Ed è proprio questo dato a porre qualche interrogativo sulle potenziali performance future nella crescita delle iscrizioni a pagamento di Spotify, soprattutto se si considera il trend nell’incremento degli utenti a pagamento fatto registrare da Apple Music. Nel corso del mese di febbraio quest’ultimo contava 11 milioni di abbonati paganti, che sono sono diventati 13 milioni nel mese di aprile e, attualmente, sono 15 i milioni.
Dal canto suo, però, Spotify permette l’accesso gratuito all’intero catalogo proposto – con intermezzi pubblicitari – anche se l’esperienza utente non è completa completa come nella versione Pemium. Apple Music, invece, pur offrendo un abbonamento gratuito per un trimestre, allo scadere dello stesso, costringe gli utenti a sottoscrivere un abbonamento a pagamento per poter usufruire dei contenuti proposti nel catalogo musicale.
Per la società svedese la sfida più importante è quella di riuscire a creare maggiori conversioni tra la sua base di utenti abbonati free.
Spotify, del resto, con il suo abbonamento gratuito esclude il pagamento di royalty alle star della musica e questa scelta ha spinto nel 2015 artisti come Adele, Beyoncé, Coldplay e Rihanna – solo per citarne alcuni – a non essere presenti nel servizio free. Apple Music ha invece scelto di corrisponde le royalty anche con gli abbonamenti gratuiti di 3 mesi.
Spotify riuscirà a resistere alla pressione di Apple Music, incrementando i suoi abbonati a pagamento? Staremo a vedere.