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Spotify venderà  i dati degli utenti free per pubblicità  più mirate

Davide Micheli | 25 Luglio 2016

Servizi Web

Il famoso servizio di streaming musicale Spotify ha comunicato che monetizzerà  alcuni dati degli utenti free attraverso la vendita di pubblicità  più mirata.

Il successo di Spotify è sicuramente ben noto a tutti gli amanti dello streaming musicale: la società  svedese, tramite i suoi modelli di abbonamenti free e a pagamento, finora, ha permesso a tutte le fasce di utenti di gradire questa forma di arte nella propria modalità  preferita, offrendo anche una forma di iscrizione in cui, grazie all’utilizzo di spot pubblicitari, non è necessario pagare alcunché per fruire del servizio di streaming.

Ora però, complice probabilmente anche la pressione dei concorrenti che si sta facendo sempre più elevata e l’avanzare all’orizzonte di una riforma del sistema delle royalty negli USA, Spotify ha deciso di ottimizzare gli introiti attraverso la vendita degli spazi pubblicitari agli inserzionisti, comunicando che punta a monetizzare meglio attraverso la vendita di dati come età , sesso, playlist e generali musicali preferiti durante la fruizione del servizio.

In questo modo, gli acquirenti degli spot da 15-30 secondi che si intervallano tra un brano e l’altro nel servizio di streaming gratuito, potranno ottimizzare i risultati derivanti da proposte pubblicitarie più mirate, e allo stesso modo, Spotify riuscirà  ad ampliare i suoi margini su questa importante voce di introiti che, lo ricordiamo, in futuro potrebbe preservare la redditività  della società  svedese se dovesse pagare più royalty negli USA.

A ben vedere, l’approccio adottato dalla società  di Daniel Ek non è molto differente da quanto fanno già  da molto tempo altri due colossi del mondo hi tech come Google e Facebook. Per Spotify, questa scelta si rivelerà  essere quella giusta per riuscire a migliorare le sue performance finanziarie, di fronte a una sostanziale “crescita zero” degli abbonati a pagamento al servizio di streaming musicale?