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Uber e Lyft: autisti accusati di discriminazione verso utenti

Davide Micheli | 3 Gennaio 2017

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Secondo uno studio condotto negli Stati Uniti, gli autisti di Uber e Lyft discriminerebbero i passeggeri con cognomi più diffusi tra gli afroamericani.

Secondo una ricerca del National Bureau of Economic Research – che ha esaminato 1’500 corse svolte a Boston e Seattle – i conducenti di Uber e Lyft metterebbero in atto delle discriminazioni verso gli utenti con cognomi più diffusi tra gli afroamericani, causando loro delle attese più lunghe del 35 percento rispetto alla media, con un numero di richieste di corse cancellate che pari al doppio rispetto al valore medio.

Sulla base di questi dati, il senatore USA Al Franken ha deciso di inviare una lettera aperta alle due società , chiedendo loro di prendere posizione rispetto ai dati: lo stesso senatore, poi, avrebbe chiesto l’omissione dell’invio di informazioni (nome e foto) degli utenti, proprio per evitare comportamenti classificabili come razzisti o comunque discriminatori.

Le due aziende hanno replicato alle domande sottolineando come sia impossibile attuare quanto richiesto, giacché questi dati sono essenziali per supportare in maniera accurata il proprio servizio: in assenza degli stessi, la gestione delle corse rischierebbe di essere fin troppo disordinata, con rischi di equivoci o malintesi.