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UE: ecco il brevetto unitario e il tribunale unificato dei brevetti

Davide Micheli | 14 Novembre 2016

L’Unione Europea ha deciso di puntare sul brevetto unitario e il tribunale unificato dei brevetti per semplificare le questioni relative alla proprietà  intellettuale.

Per cercare di ovviare alle problematiche relative alla gestione della proprietà  intellettuale, l’Unione Europea ha deciso di puntare in maniera chiara sull’adozione di un brevetto unitario e di un tribunale unificato per i brevetti, due soluzioni con le quali si intende rendere più razionale, efficiente e conveniente la protezione dei diritti su idee, progetti ed invenzioni.

All’interno dell’UE, tutti i paesi (salvo la Spagna) hanno deciso di sottoscrivere l’accordo di cooperazione in questo senso, per superare la vecchia logica della domanda di deposito – in ogni territorio – del rilascio di brevetto, che avviene dopo aver ottenuto il nullaosta dello European Patent Office, e che implica traduzioni, normative nazionali differenti e altri problemi correlati.

Non bisogna sottovalutare, infatti, il rischio che un dato brevetto possa essere incontestato in uno stato membro – e al contrario – che sia oggetto di un’azione in giudizio in altri paesi, magari persino con pronunce differenti dei diversi tribunali nazionali: e che cosa succederebbe se le stesse sentenze fossero addirittura discordanti tra di loro?

In un mercato unico, uno scenario di questo tipo è ovviamente paradossale, giacché implica – secondo stime della commissione – spese tra i 180-250 milioni di euro per la protezione della proprietà  intellettuale nei paesi membri: e a questi costi di per sé esorbitanti, bisogna pure aggiungere quelli di consulenze legali, costi burocratici e traduzioni.

Con il nuovo brevetto unitario, però, tutto ciò sarà  un vecchio ricordo: con una sola procedura, infatti, sarà  possibile ottenere una tutela estesa a tutti gli stati aderenti alla riforma, i quali si impegnano ad applicare leggi comuni. Le lingue utilizzabili per il brevetto unitario saranno solo inglese, francese e tedesco.

Qualora si volesse ottenere un brevetto con tutela solo in alcuni stati, non bisognerebbe far altro che seguire le “vecchie” regole sui brevetti, ed eventuali titolari di brevetti in essere, potranno “aggiornare” alle regole attuali gli stessi, oppure, dovranno confermare di aver scelto l’opt out, in ragione del numero di giurisdizioni prese in considerazione dal proprio brevetto.

Con il brevetto unitario, i costi burocratici saranno ridotti: si passerà  dai 180’000 euro annui (per un brevetto europeo tradizionale, ventennale, che interessi i 26 paesi) ai 35’500 euro annui per il brevetto unitario.

Anche eventuali controversie legali saranno risolvibili in maniera più semplice, rivolgendosi al tribunale unificato dei brevetti, la quale si dovrà  esprimere sia sui casi di violazione e validità  dei brevetti tradizionali o unitari. I giudici di prime cure avranno sede a Parigi, Londra e Monaco, mentre il tribunale di secondo grado si troverà  in Lussemburgo.

Ogni paese membro avrà  comunque una sede locale (nel nostro caso a Milano) e ci sarà  pure un registro ad hoc, nonché un sistema informatico per la gestione di tutte le informazioni: l’unico aspetto che resterà  escluso dalla digitalizzazione sarà  la notifica della citazione avanti il TUB, che avverrà  per raccomandata cartacea.

Il nuovo tribunale unifico per i brevetti dovrebbe diventare operativo durante il secondo semestre del 2017.