La notizia non è stata ancora confermata ufficialmente, tuttavia, la fonte è autorevole: il Wall Street Journal, infatti, ha offerto un’anticipazione circa la ormai imminente apertura di una nuova procedura d’infrazione, da parte della Commissione Europea, nei confronti di Google. L’istituzione comunitaria, stavolta, intende perseguire la società americana per quanto riguarda i servizi di shopping online e la pubblicità .
Dopo aver accusato Google di abuso di posizione dominante attraverso il sistema operativo proprietario OS Android, arrivando a rendere formali le accuse di aver imposto delle restrizioni nei confronti dei produttori di hardware mobile (smartphone e tablet) e dei gestori delle reti telefoniche – in ragione della preinstallazione di Google Search ed altre app sui device mobili – ora l’azienda di Mountain View è sotto la lente di ingrandimento per altri suoi servizi.
Questa volta la società di Sundar Pichai potrebbe essere toccata in maniera più importante dalle sanzioni, perché il comparto pubblicitario rappresenta una parte consistente dei ricavi di Big G che, nel caso in cui le accuse mosse dalla Commissione Ue fossero poi confermate, si potrebbe ritrovare a dover pagare un’ammenda pari al 10 percento del fatturato complessivo, a causa di un comportamento lesivo della concorrenza.
In particolare, potrebbero essere le condizioni particolarmente restrittive previste da Google nei suoi contratti relativi alla pubblicità – dove in sostanza Big G impedisce di rivolgersi ad aziende terze per l’inserimento di contenuti pubblicitari – ad aver attirato l’attenzione della Commissione Ue: le indagini al riguardo sono partite infatti cinque anni fa e, a breve, potrebbero arrivare a conclusione con un esito tutt’altro che scontato per Mountain View.