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Ecco Wildcard, la realtà  virtuale per l’apprendimento dei bimbi disabili

Davide Micheli | 5 Agosto 2016

VR

Il Politecnico di Milano ha sviluppato Wildcard, una soluzione basata sulla realtà  virtuale per facilitare l’apprendimento da parte dei bimbi con disabilità .

La tecnologia può diventare una risorsa molto utile anche in ambiti nei quali, in precedenza, non sembrava potesse avere un ruolo. L’ultimo esempio in questo senso ci giunge dal Politecnico di Milano, che ha sviluppato una soluzione basata sulla realtà  virtuale – chiamata Wildcard – che consente ai bambini disabili di avere un sostegno per l’apprendimento, in particolare con la rappresentazione di immagini durante la narrazione.

In questo modo, mentre il personale che si preoccupa di gestire la terapia per la riabilitazione racconta loro delle storie, i bimbi possono utilizzare la realtà  virtuale per calarsi completamente in queste vicende narrate attraverso le immagini. Ma come funziona questo sistema? In pratica, si sfrutta un’app per smartphone e un visore VR: combinando questi due device, l’utente può beneficiare di immagini panoramiche a 360 gradi.

Attraverso il movimento della testa, quindi, i bambini possono andare alla scoperta di questi mondi virtuali, manifestando in questo modo un’interazione con quanto viene raccontato. I responsabili della terapia usano una chiavetta che funge da “spia” e permette di visualizzare su un monitor i contenuti che vengono riprodotti all’interno dell’interfaccia del visore, con risultati davvero molto interessanti.

Secondo i ricercatori, infatti, sfruttando le Wildcard i bambini con disabilità  manifestano miglioramenti nella capacità  di concentrazione e di attenzione, e nello stesso tempo, questo sistema basato sulla realtà  virtuale consente di monitorare in modo preciso i progressi compiuti dai piccoli pazienti.

La prossima sfida per i ricercatori, è quella di analizzare come i bambini possano usare le capacità  che hanno sviluppato attraverso l’esperienza utente di realtà  virtuale nella vita di tutti i giorni, per esempio quando si rapportano con un oggetto comune. Non possiamo che augurare buon lavoro ai ricercatori e sperare che la tecnologia possa davvero diventare una preziosa alleata per aiutare questi piccoli pazienti.