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AMD Vision: la tecnologia è più semplice

Giorgio Panzeri | 18 Dicembre 2009

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AMD introduce un nuovo brand per semplificare l’acquisto del notebook, non più basato sulle caratteristiche tecniche bensì sulle necessità  dell’utente. […]

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AMD introduce un nuovo brand per semplificare l’acquisto del notebook, non più basato sulle caratteristiche tecniche bensì sulle necessità  dell’utente.

ICON_EDICOLAIl 10 settembre AMD ha impresso una svolta alla sua strategia di marketing con l’introduzione del marchio Vision. Secondo uno studio interno, il 66% degli utenti che vuole comprare un notebook consumer cerca soprattutto la massima visual experience; da qui l’introduzione del marchio AMD Vision, che vuole innanzitutto semplificare il processo di acquisto del portatile, non più regolato da sigle e tecnologie incomprensibili ai più, ma da tre semplici loghi che identificano cosa l’utente può fare con un determinato notebook.

Secondo AMD, alla maggioranza delle persone non interessa la frequenza di clock del processore o il modello di chip grafico. Piuttosto, vorrebbe sapere se il notebook che sta per comprare è davvero in grado di soddisfare le proprie esigenze. Di fronte a un prodotto, molti utenti potrebbero chiedersi: sarà  sufficiente per quello che foglio fare? È forse sovradimensionato e inutilmente costoso rispetto alle mie necessità ? Sempre secondo la casa di Sunnyvale, assumere che tutti i potenziali acquirenti siano aggiornati sulle ultime tecnologie è un errore, né si può pretendere che tutti si mettano a studiare riviste di settore o pagine Web per capire qualcosa in più di informatica. Da qui l’idea di introdurre un nuovo metro di giudizio per valutare la potenza e le funzionalità  di un notebook consumer, basato sulle esigenze reali che dovrà  soddisfare. Tale semplificazione si concretizza nei loghi Vision per i portatili di fascia base, Vision Premium per quelli di fascia media, ovvero i classici tuttofare, e Vision Ultra per i modelli top di gamma, adatti anche per giocare e per creare contenuti multimediali.
I tre loghi identificano anche tre diverse fasce di prezzo. Con una rapida occhiata sarà  più facile capire il livello di prestazioni di un determinato notebook, senza la necessità  di addentrarsi nella tabella delle caratteristiche. Ovviamente l’introduzione di questa nuova classificazione non va ad escludere del tutto i dettagli tecnici, che saranno comunque presenti. Chi è più aggiornato sulle tecnologie potrà  conoscere come sempre cosa c’è sotto il cofano di un portatile, né più né meno rispetto al passato. Entrando nel dettaglio, la piattaforma Vision (denominata anche Vision Basic) è adatta per un utilizzo di base, come il lavoro da ufficio, la navigazione su Internet, la visione di foto, filmati e Dvd-video, l’ascolto di musica. I classici compiti di un netbook o di un notebook economico, insomma.

Ad un gradino superiore vi è Vision Premium, che offre maggior potenza per un utilizzo più spinto del multitasking, per vedere la Tv sul Pc, sfruttare Internet in maniera più evoluta (con una webcam, per esempio), utilizzare qualche gioco non troppo esigente in termini di accelerazione 3D e soprattutto cimentarsi in operazioni di editing di livello medio-basso, come la manipolazione delle foto o la conversione di brani musicali da Cd-Rom. Per gli utenti più avanzati, Vision Ultimate offre in più una grafica adeguata anche ai giochi 3D, la registrazione dei programmi Tv, l’editing dei filmati, il fotoritocco e il transcoding video.

In seguito è previsto un quarto logo denominato Vision Black, che si collocherà  in cima alla scala e sarà  dedicato al gaming evoluto e all’editing dei filmati in Full Hd. Il 10 settembre AMD ha impresso una svolta alla sua strategia di marketing con l’introduzione del marchio Vision. Secondo uno studio interno, il 66% degli utenti che vuole comprare un notebook consumer cerca soprattutto la massima visual experience; da qui l’introduzione del marchio AMD Vision, che vuole innanzitutto semplificare il processo di acquisto del portatile, non più regolato da sigle e tecnologie incomprensibili ai più, ma da tre semplici loghi che identificano cosa l’utente può fare con un determinato notebook.

Secondo AMD, alla maggioranza delle persone non interessa la frequenza di clock del processore o il modello di chip grafico. Piuttosto, vorrebbe sapere se il notebook che sta per comprare è davvero in grado di soddisfare le proprie esigenze. Di fronte a un prodotto, molti utenti potrebbero chiedersi: sarà  sufficiente per quello che foglio fare? È forse sovradimensionato e inutilmente costoso rispetto alle mie necessità ? Sempre secondo la casa di Sunnyvale, assumere che tutti i potenziali acquirenti siano aggiornati sulle ultime tecnologie è un errore, né si può pretendere che tutti si mettano a studiare riviste di settore o pagine Web per capire qualcosa in più di informatica. Da qui l’idea di introdurre un nuovo metro di giudizio per valutare la potenza e le funzionalità  di un notebook consumer, basato sulle esigenze reali che dovrà  soddisfare. Tale semplificazione si concretizza nei loghi Vision per i portatili di fascia base, Vision Premium per quelli di fascia media, ovvero i classici tuttofare, e Vision Ultra per i modelli top di gamma, adatti anche per giocare e per creare contenuti multimediali.

I tre loghi identificano anche tre diverse fasce di prezzo. Con una rapida occhiata sarà  più facile capire il livello di prestazioni di un determinato notebook, senza la necessità  di addentrarsi nella tabella delle caratteristiche. Ovviamente l’introduzione di questa nuova classificazione non va ad escludere del tutto i dettagli tecnici, che saranno comunque presenti. Chi è più aggiornato sulle tecnologie potrà  conoscere come sempre cosa c’è sotto il cofano di un portatile, né più né meno rispetto al passato. Entrando nel dettaglio, la piattaforma Vision (denominata anche Vision Basic) è adatta per un utilizzo di base, come il lavoro da ufficio, la navigazione su Internet, la visione di foto, filmati e Dvd-video, l’ascolto di musica. I classici compiti di un netbook o di un notebook economico, insomma. (…)

[Estratto dall’articolo pubblicato sul numero 226, in edicola dal 23 dicembre]