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iPhone 4: Apple contro tutti

Giorgio Panzeri | 28 Settembre 2010

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Anche nella sua quarta incarnazione il melafonino si conferma il migliore smartphone touch sul mercato, ma la concorrenza si avvicina. […]

IPHONE apeAnche nella sua quarta incarnazione il melafonino si conferma il migliore smartphone touch sul mercato, ma la concorrenza si avvicina.

Di Simone Zanardi

Non è stato un lancio privo di inconvenienti, primi su tutti gli ormai noti problemi di ricezione che hanno pesantemente condizionato la campagna di marketing di Apple. iPhone 4 ha dovuto affrontare degli avversari inattesi, i suoi stessi utenti prima e gli ingegneri poi, che hanno messo in dubbio non tanto la qualità  generale del dispositivo Apple quanto una ancora più grave lacuna di progettazione in un telefono che da sempre si fregia del titolo di gioiello tecnologico.
Probabilmente colta di sorpresa da questa situazione, la stessa Apple ha reagito in modo scomposto alle accuse (che dettaglieremo tra qualche riga), conducendo una campagna informativa prima e di riparazione poi a dir poco discutibile. Inevitabilmente condizionati da questa situazione, non nascondiamo di esserci avvicinati al nuovo iPhone 4 con circospezione: da un lato consci di trovarci di fronte a un dispositivo per cui erano già  stati rilevati problemi di non poco conto, dall’alto consapevoli di avere tra le mani l’ultima versione del telefono che ha cambiato il mercato negli ultimi anni.
Ebbene, alla fine delle nostre prove possiamo affermare che iPhone 4 conserva il titolo di migliore smartphone touch oggi disponibile. Design e sistema operativo restano i suoi punti di forza, mentre alcune lacune telefoniche, tra cui appunto i problemi di ricezione, ne minano solo in parte l’appeal. Detto questo, è innegabile che le alternative presenti sul mercato non manchino: se fino allo scorso anno il telefono Apple era una sorta di isola nel mare degli smartphone, troppo diverso nei fatti dalla concorrenza allora disponibile, oggi non si può dire la stessa cosa. Gli avversari più temibili di iPhone sono due e hanno nomi ben precisi: il tempo e Google. Il primo ha consentito ai produttori hardware di sviluppare terminali sempre più vicini al melafonino in termini di qualità  costruttiva e caratteristiche tecniche, copiando quando opportuno le idee più interessanti introdotte da iPhone  e introducendo innovazioni altrettanto valide. Si tratta di un problema inevitabile per un apparato che fa da traino per un nuovo mercato: alla concorrenza avere un bersaglio preciso semplifica la vita.
Google è invece l’unico soggetto sul mercato attualmente in grado di fornire una valida alternativa alla piattaforma messa a punto da Apple: Nokia è alle prese con il rinnovamento del suo Symbian, Microsoft non è ancora sul mercato con il nuovo Windows Phone e i Blackberry di RIM sono concentrati su un target differente. Non si tratta comunque del solo solo sistema operativo, quanto dello sviluppo di un meccanismo di distribuzione dei contenuti che possa competere con la oliata macchina di Apple in termini di semplicità  di uso e attrattiva, e in questo senso Android di Google è la minaccia più concreta per la casa si Cupertino.
Scegliere tra un telefono Android e iPhone è una questione filosofica: da un lato abbiamo una piattaforma aperta, che consente di selezionare il terminale hardware più adatto alle proprie esigenze e disponibilità  economiche, di scaricare software da un marketplace dedicato ma di installare anche applicazioni non ufficialmente supportate, e di interagire liberamente con Pc e periferiche di ogni genere. Dall’altro troviamo un sistema chiuso, che fa proprio della chiusura il suo punto di forza: un solo apparato hardware con sistema operativo che “calza a pennello”, un modello di distribuzione che evita di imbattersi in software pericoloso o inopportuno, un motore di multitasking in parte limitato ma sempre efficiente. Oggi ci pare di poter affermare che questa seconda strategia abbia ancora un margine di vantaggio sul sistema Google, se non altro per l’impagabile semplicità  di utilizzo di iPhone. Apple non può però dormire sui meritati allori, perché nei prossimi mesi il campo di battaglia si farà  ancora più competitiv

ICON_EDICOLANon è stato un lancio privo di inconvenienti, primi su tutti gli ormai noti problemi di ricezione che hanno pesantemente condizionato la campagna di marketing di Apple. iPhone 4 ha dovuto affrontare degli avversari inattesi, i suoi stessi utenti prima e gli ingegneri poi, che hanno messo in dubbio non tanto la qualità  generale del dispositivo Apple quanto una ancora più grave lacuna di progettazione in un telefono che da sempre si fregia del titolo di gioiello tecnologico.

Probabilmente colta di sorpresa da questa situazione, la stessa Apple ha reagito in modo scomposto alle accuse (che dettaglieremo tra qualche riga), conducendo una campagna informativa prima e di riparazione poi a dir poco discutibile. Inevitabilmente condizionati da questa situazione, non nascondiamo di esserci avvicinati al nuovo iPhone 4 con circospezione: da un lato consci di trovarci di fronte a un dispositivo per cui erano già  stati rilevati problemi di non poco conto, dall’alto consapevoli di avere tra le mani l’ultima versione del telefono che ha cambiato il mercato negli ultimi anni.

Ebbene, alla fine delle nostre prove possiamo affermare che iPhone 4 conserva il titolo di migliore smartphone touch oggi disponibile. Design e sistema operativo restano i suoi punti di forza, mentre alcune lacune telefoniche, tra cui appunto i problemi di ricezione, ne minano solo in parte l’appeal. Detto questo, è innegabile che le alternative presenti sul mercato non manchino: se fino allo scorso anno il telefono Apple era una sorta di isola nel mare degli smartphone, troppo diverso nei fatti dalla concorrenza allora disponibile, oggi non si può dire la stessa cosa. Gli avversari più temibili di iPhone sono due e hanno nomi ben precisi: il tempo e Google. Il primo ha consentito ai produttori hardware di sviluppare terminali sempre più vicini al melafonino in termini di qualità  costruttiva e caratteristiche tecniche, copiando quando opportuno le idee più interessanti introdotte da iPhone  e introducendo innovazioni altrettanto valide. Si tratta di un problema inevitabile per un apparato che fa da traino per un nuovo mercato: alla concorrenza avere un bersaglio preciso semplifica la vita.

Google è invece l’unico soggetto sul mercato attualmente in grado di fornire una valida alternativa alla piattaforma messa a punto da Apple: Nokia è alle prese con il rinnovamento del suo Symbian, Microsoft non è ancora sul mercato con il nuovo Windows Phone e i Blackberry di RIM sono concentrati su un target differente. Non si tratta comunque del solo solo sistema operativo, quanto dello sviluppo di un meccanismo di distribuzione dei contenuti che possa competere con la oliata macchina di Apple in termini di semplicità  di uso e attrattiva, e in questo senso Android di Google è la minaccia più concreta per la casa si Cupertino.

Scegliere tra un telefono Android e iPhone è una questione filosofica: da un lato abbiamo una piattaforma aperta, che consente di selezionare il terminale hardware più adatto alle proprie esigenze e disponibilità  economiche, di scaricare software da un marketplace dedicato ma di installare anche applicazioni non ufficialmente supportate, e di interagire liberamente con Pc e periferiche di ogni genere. Dall’altro troviamo un sistema chiuso, che fa proprio della chiusura il suo punto di forza: un solo apparato hardware con sistema operativo che “calza a pennello”, un modello di distribuzione che evita di imbattersi in software pericoloso o inopportuno, un motore di multitasking in parte limitato ma sempre efficiente. Oggi ci pare di poter affermare che questa seconda strategia abbia ancora un margine di vantaggio sul sistema Google, se non altro per l’impagabile semplicità  di utilizzo di iPhone. Apple non può però dormire sui meritati allori, perché nei prossimi mesi il campo di battaglia si farà  ancora più competitivo.

(Estratto dall’articolo pubblicato sul numero 235 – ottobre 2010)